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Londra presenta Libro Bianco, Brexit senza ripensamenti

La prima ministra Theresa May KEYSTONE/EPA/ANDY RAIN sda-ats

(Keystone-ATS) Brevee senza ripensamenti. Si può definire così il ‘Libro Bianco’ che il governo britannico ha presentato alla Camera dei Comuni per spiegare i principi che intende adottare nei negoziati sulla Brexit, il cui avvio è stato autorizzato da un primo voto parlamentare.

Nel documento vengono un po’ ampliati, ma non certo nella forma di una ‘road map’ dettagliata, i 12 punti che la premier conservatrice Theresa May aveva annunciato in un recente discorso alla Lancaster House di Londra.

Illustrando il ‘white paper’ ai deputati, il ministro per la Brexit, David Davis, ha ribadito l’intenzione del Regno di “riprendere il controllo delle sue leggi” e ha aggiunto che “tempi migliori devono ancora arrivare”, fuori dall’Ue.

L’esecutivo quindi prosegue sulla sua strada, forte non solo del sostegno parlamentare, ma anche di una economia che continua a dare segnali positivi. L’unica ‘concessione’ è stata fatta per garantire i diritti dei cittadini Ue già residenti nel Paese. Londra non ha nessuna intenzione di “buttarli fuori”, come ha sottolineato Davis.

Nel libro bianco si legge che “assicurare lo status e garantire la (loro, ndr) sicurezza” è una delle maggiori priorità nelle trattative con Bruxelles. Allo stesso tempo l’esecutivo si impegna a creare un nuovo sistema di controlli all’immigrazione per chi arriva dal continente ma in modo graduale per permettere alle aziende del Regno Unito di adattarsi.

In apparenza l’approccio britannico ai negoziati è conciliante, con Davis che ha manifestato la volontà di raggiungere con l’Unione un accordo di separazione che sia “di mutuo beneficio” e abbia “successo politicamente ed economicamente”. Ma in realtà restano i termini perentori già affermati in passato, in primo luogo riguardo all’uscita dal mercato unico, ribadita anche oggi.

Il governo punta anche a conservare con l’Europa un’intesa commerciale “la più libera e senza attriti possibile” e ha come obbiettivi un “coraggioso e ambizioso accordo di libero scambio” e intese doganali “reciprocamente vantaggiose”.

Il ministro ha parlato anche della necessità di una limitata “fase di attuazione” in alcune materie, escludendo invece l’ipotesi di “un regime di transizione senza fine”. Non viene quindi accolta la richiesta di un cospicuo periodo intermedio fatta dalla City di Londra, che comunque si può ‘confortare’ col buon quadro economico, confermato dal governatore della Bank of England, Mark Carney.

Ridimensionati i timori legati al divorzio dall’Ue, le nuove stime vedono una crescita del Pil al 2% nel 2017, con un rallentamento contenuto al +1,6 nel 2018 e un rilancio al +1,7 nel 2019. In questo scenario sono ben pochi gli spazi di manovra per l’opposizione laburista, che ha già messo la sua firma sull’avvio del divorzio dall’Unione votando ieri sera, anche se in modo non compatto, per l’attivazione dell’articolo 50.

Oggi in aula il deputato Keir Starmer, portavoce per la Brexit, ha affermato che il libro bianco “non dice nulla” e arriva troppo tardi per “un utile dibattito”. Inoltre non offrirebbe ai membri dei Comuni un voto “significativo” su un eventuale accordo del governo con Bruxelles, quanto piuttosto una scelta tra prendere e lasciare. Ma il Labour può fare poco altro e viene perfino attaccato da un altro partito all’opposizione, i filo-europeisti lib-dem. Per il loro leader Tim Farron, se i conservatori hanno presentato un libro bianco i laburisti invece hanno alzato “bandiera bianca”.

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