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Mondo economico contro iniziativa per “un’economia verde”

Mondo economico contro iniziativa per "un'economia verde" (foto simbolica d'archivio). KEYSTONE/PETER SCHNEIDER sda-ats

(Keystone-ATS) Un “sì” all’iniziativa popolare dei Verdi “Per un’economia verde”, in votazione il 25 di settembre, obbligherà le aziende e i consumatori a ridurre drasticamente i rispettivi consumi.

Ne sono convinte le grandi associazioni economiche, come economiesuisse, secondo cui una riduzione di oltre due terzi dei consumi entro il 2050, come pretesto dalla modifica costituzionale in consultazione, sarebbe possibile solo adottando misure draconiane e un sensibile aumento dei prezzi.

Nel corso di una conferenza stampa, il presidente di economiesuisse Heinz Karrer ha definito l’iniziativa “un colpo di grazia” per l’economia e i consumi. Molti imprenditori, ha aggiunto, sono già ora confrontati con grandi difficoltà dovute anche all’apprezzamento del franco. Un aumento della regolamentazione in questo momento non farebbe che peggiorare la situazione.

L’Associazione svizzera dei proprietari fondiari ha messo in guardia dall’aumento dei costi degli affitti. Le abitazioni sono all’origine di circa un terzo delle emissioni nocive nell’aria. Per ridurre in maniera così drastica il consumo di energia, come richiesto degli ecologisti, sarebbero necessari enormi sforzi finanziari che ricadrebbero sugli inquilini, ha dichiarato il presidente dell’associazione Hans Egloff.

Avere freddo nella propria abitazione non sarebbe più una scelta, ma un obbligo, ha aggiunto. Questa iniziativa, ha spiegato, mette in forse la libertà di scelta del singolo di decidere come e dove vivere.

La Federazione delle industrie alimentari svizzere (FIAL) ha insistito da parte sua sull’aumento del prezzo dei generi alimentari, come la carne e il latte. Inoltre, se accolta l’iniziativa potrebbe sfociare nel divieto di import di determinati prodotti commestibili, come il cacao.

“Immaginatevi il nostro Paese conosciuto nel mondo per il suo cioccolato qualora non si potesse più importare cacao”, ha dichiarato la presidente della FIAL, la consigliera nazionale Isabelle Moret (PLR/VD). A suo parere, l’iniziativa mette “sotto tutela” i consumatori. Quest’ultimi non sarebbero più liberi di decidere che cosa mangiare.

Da parte loro il Touring Club Svizzero (TCS) e Hotelleriesuisse temono invece restrizioni della mobilità e costi in ascesa per chi intende mettersi in viaggio. Per il vicepresidente del TCS, Thierry Burkart, “un sì all’iniziativa avrebbe come conseguenza nuove tasse sui carburanti”. Le famiglie non potrebbero più permettersi di possedere un’automobile e i viaggi in aereo ritornerebbero a essere ciò che erano decenni fa, ossia un prodotto di lusso.

Per un’economia sostenibile

Depositata il 6 settembre 2012 con 112’098 firme valide, l’iniziativa popolare degli ecologisti intende favorire un’economia improntata alla sostenibilità e all’uso efficiente delle risorse.

Il testo costituzionale chiede in particolare di portare entro il 2050 l’impronta ecologica (indicatore che valuta il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità del pianeta di rigenerarle) della Svizzera a un livello tale che, rapportata alla popolazione mondiale, non superi l’equivalente di un pianeta Terra.

L’iniziativa intende inoltre promuovere cicli dei materiali chiusi e garantire che le attività economiche non pregiudichino il potenziale di risorse naturali.

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