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Posta: nel 2015 chiusi 98 uffici, rischio d’arbitrio dice PostCom

Il presidente della PostCom Hans Hollenstein alla conferenza stampa a Berna Keystone/MARCEL BIERI sda-ats

(Keystone-ATS) Lo scorso anno La Posta ha chiuso 98 uffici postali aprendo contemporaneamente 75 nuove agenzie, ad esempio in negozi di paese, ha rilevato oggi PostCom presentando il proprio rapporto annuale.

Fondamentalmente l’avvicendamento tra i due tipi di sportello è una cosa positiva, sostiene l’organo di controllo del mercato postale, che però non esita a criticare l’arbitrarietà che talora caratterizza le decisioni del gigante giallo.

La Commissione federale delle poste (PostCom) invita pure l’ex regia federale a considerare maggiormente la dimensione regionale in materia di raggiungibilità degli sportelli.

Quanto alla ristrutturazione della rete di uffici postali, l’autorità denuncia decisioni problematiche e mancanza di trasparenza. Senza una chiara pianificazione globale, La Posta rischia di accontentarsi di chiudere gli uffici semplicemente in funzione delle contingenze, ad esempio in occasione del pensionamento del responsabile, si legge nel rapporto.

Chiusura degli uffici dolorosa per la popolazione

Ora è giunto il momento di darsi una visione d’insieme, anche perché, nel contesto attuale di pressione sui costi, la tendenza alla chiusura degli uffici è destinata a proseguire. E questo trend rischia di toccare l’essenza stessa della Posta, ha detto in conferenza stampa a Berna il presidente della PostCom Hans Hollenstein.

Alla fine del 2015 in Svizzera si contavano 1464 uffici postali (-98) e 735 agenzie (+75). Inoltre il gigante giallo ha fornito servizio a domicilio in 1295 località. Per Hollenstein “è avvenuta una trasformazione che è in parte dolorosa per le autorità comunali e la popolazione”. Il presidente non intende comunque battersi ciecamente per il mantenimento degli uffici.

Quanto alla loro chiusura, la Commissione rileva del resto la debole opposizione dei Comuni: solo uno su dieci dei 115 casi del 2015 è giunto sui banchi della PostCom, che attribuisce il contenuto malcontento degli enti locali al fatto che le agenzie offrono molti servizi e lunghi orari di apertura. Nel 2015 l’autorità ha comunque emanato due raccomandazioni negative in merito alle prospettate chiusure degli uffici di Ramsen (SH) e Grandvillard (FR): le agenzie sostitutive avrebbero comportato un tragitto eccessivamente lungo per parte della clientela.

Raggiungibilità degli sportelli: attenzione alle regioni periferiche

La legge precisa che il 90% della popolazione residente permanente deve poter raggiungere un ufficio postale o un’agenzia in 20 minuti, a piedi o con i mezzi di trasporto pubblici. Se in una regione La Posta offre un servizio a domicilio (il cosiddetto “sportello postale a domicilio”), questo lasso di tempo è di 30 minuti.

Nel 2015 la raggiungibilità si è attestata al 94,3% (+0,6 punti percentuali rispetto al 2014) per le economie domestiche che possono raggiungere il punto d’accesso più vicino in meno di 20 minuti e al 95,8% (+0,5 punti) se si considera anche il servizio a domicilio. Il miglioramento non è però dovuto alle scelte geografiche operate dall’ex regia federale per i propri sportelli, ha spiegato Hollenstein. La prima causa è il fatto che gli abitanti delle regioni rurali si sono trasferiti in aree più popolate; la seconda è che i trasporti pubblici sono stati ulteriormente ottimizzati.

Secondo il diritto vigente, la raggiungibilità viene stimata sulla base di un valore medio annuale. L’organo di controllo nel documento sostiene che sarebbe più significativo prendere in considerazione la raggiungibilità a livello regionale e chiede che ciò venga sancito nella legge.

PostCom ribadisce inoltre la richiesta, risalente al 2013, di apertura degli uffici postali secondo le varie esigenze regionali. Nel rapporto odierno, l’autorità rammenta che La Posta nel frattempo, sulla base di un’analisi da lei stessa compiuta in materia, giunge a una conclusione analoga. L’autorità di controllo assicura oggi che verificherà i promessi cambiamenti d’orario.

Cresciute economie domestiche non servite dai postini

La Posta non riduce solo l’infrastruttura, ma anche il servizio. Stando ai dati da lei stessa forniti, 1005 economie domestiche (108 in più del 2014) non sono state servite dai postini. L’ex regia sostiene di valutare la soppressione del recapito a domicilio secondo principi di adeguatezza e proporzionalità. Per PostCom, tenuto conto del numero totale di economie domestiche (1,715 milioni), quelle escluse dalla distribuzione sono un numero “esiguo”. L’autorità riconosce inoltre che l’ex regia subisce una pressione finanziaria che la costringe a inasprire le condizioni di distribuzione.

Il gigante giallo è sempre più severo anche per quanto concerne la distribuzione nelle cassette delle lettere. Se la loro ubicazione è a fianco della strada in modo che il portalettere non perda tempo, la distribuzione avviene senza ostacoli, altrimenti l’ex regia declina il servizio. Hollenstein ha assicurato che PostCom intende avere un occhio di riguardo per la questione e indica che i reclami in questo ambito rispetto al 2014 sono più che raddoppiati.

Lo scorso anno La Posta ha consegnato ai destinatari entro un giorno il 97,8% delle lettere della posta A, con una puntualità analoga al 2014 (97,7%). “Nel raffronto europeo l’ex regia si aggiudica la medaglia d’oro”, ha detto Hollenstein.

Concorrenza tra La Posta e altri operatori insufficiente

Globalmente per PostCom, La Posta ha “ampiamente” soddisfatto le esigenze poste dalla legge. L’autorità di controllo indica invece che “la concorrenza auspicata dal legislatore nei singoli ambiti è ancora troppo esigua”. Alla fine di maggio in Svizzera si censivano 150 fornitori di prestazioni postali.

Complessivamente il numero di invii è leggermente calato sia in termini di fatturato che di volume, ma le spedizioni di pacchi legate all’e-commerce e alla vendita per corrispondenza sono ulteriormente aumentate.

Il rapporto volge il suo sguardo anche verso un futuro più lontano. PostCom ritiene ad esempio che la “sharing economy” (economia collaborativa) dovrebbe conoscere uno sviluppo considerevole. Si può immaginare che un giorno un tassista distribuisca la posta, ha sostenuto Hollenstein, aggiungendo che è necessario valutare se si imponga una nuova regolamentazione.

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