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Pressing Ue resta alto su conti Italia, ma nessun diktat

(Keystone-ATS) La Commissione europea mantiene alta la pressione sull’Italia affinché la manovra di correzione dei conti pubblici sia adeguata e tempestiva, ma non ha lanciato, almeno per ora, nessun ultimatum.

Questa l’indicazione che si raccoglie ai piani alti di Bruxelles alla vigilia della presentazione delle previsioni economiche d’inverno da parte del commissario per gli affari economici Pierre Moscovici che lunedì avrà quindi l’occasione per fare il punto della situazione sui contatti in corso con Roma per scongiurare il rischio dell’avvio di una procedura per debito eccessivo.

E’ vero che all’interno della sede della Commissione circolano voci sulla richiesta all’Italia di stringere i tempi, di fare qualcosa che rafforzi la credibilità delle promesse fatte. Ma sono segnali – sottolineano gli addetti ai lavori – che non vanno drammatizzati, non vogliono assolutamente rappresentare un “diktat” e vanno inquadrati nel giusto contesto.

Da un lato c’è la necessità di togliere argomenti a coloro – i soliti “falchi” che siedono intorno al tavolo dell’esecutivo europeo – che vorrebbero aprire nei confronti dell’Italia la procedura per debito eccessivo. Dall’altro occorre fare il possibile per contribuire a disinnescare un’oggettiva fragilità del Paese dovuta all’enorme debito pubblico. Un fattore che, accompagnato da una situazione politica assai incerta, la scorsa settimana ha esposto l’Italia a un immediato rialzo dello spread apparentemente ingiustificato. E con i mercati – ricordano non senza preoccupazione a Bruxelles – non si negozia.

Lunedì le nuove previsioni economiche Ue potranno dare indicazioni utili sui fronti della crescita e dell’inflazione per il triennio 2016-2018. Ma non su deficit e debito poiché, come hanno più volte ribadito in questi giorni alla Commissione, non terranno conto della correzione dello 0,2% chiesta all’Italia. L’appuntamento cruciale, al momento, resta fissato per il 22 febbraio, quando è in calendario la pubblicazione del rapporto sul debito (articolo 126.3) e potrebbe scattare la richiesta di procedura. L’appuntamento è però già slittato più volte, prima da novembre a dicembre-gennaio e ora da gennaio a febbraio, e potrebbe anche essere ulteriormente rinviato.

E’ in questo contesto che si inserisce la riunione della direzione Pd, fissata per lunedì, alla quale parteciperà anche il ministro delle dell’economia e delle finanze italiano Pier Carlo Padoan per un confronto “politico” con Renzi e co. che potrebbe incidere su modalità e tempi della manovra correttiva. Che il ministro italiano, nell’ultima lettera inviata a Bruxelles, si è impegnato a realizzare per tre quarti sul fronte delle entrate e per un quarto attraverso tagli di spesa in un lasso di tempo che va dalle prossime settimane fino ad aprile.

Secondo le indiscrezioni raccolte, nella bozza del rapporto sul debito lo spazio che potrebbe essere dedicato all’avvio della procedura, per ora, è ancora in bianco. E la decisione finale, che dovrà tener conto dei tanti aspetti politici in gioco, spetterà comunque al presidente della Commissione Jean-Claude Juncker. Le mosse delle parti in causa nei prossimi giorni saranno quindi decisive per determinare l’esito di un confronto su cui si sono concentrati i riflettori della politica e dei mercati.

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