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Previdenza 2020, secco no di PS e PPD a commissione

Una manifestazione sindacale contro una riduzione delle rendite vecchiaia (archivio) Keystone/WALTER BIERI sda-ats

(Keystone-ATS) Il partito socialista (PS) e il Partito popolare democratico (PPD) bocciano nettamente le decisioni della Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Nazionale (CSSS-N) relative alla riforma Previdenza 2020.

Il PS parla di “destra che massacra le rendite”. La necessità di rivedere la previdenza vecchiaia è incontestabile, ma la pensione a 67 anni, la riduzione del tasso di conversione del II° pilastro e la soppressione di qualsiasi compensazione AVS rappresentano il “più grande smantellamento sociale della storia. Un massacro che non otterrà mai la maggioranza davanti al popolo”.

Anche il PPD parla di “smantellamento sociale inaccettabile” voluto dalla destra, pur riconoscendo che il sistema ha urgente bisogno di essere rivisto, onde garantire le rendite future. Previdenza vecchiaia 2020 “è una delle più importanti riforme degli ultimi decenni per il nostro Paese”: non ci sono alternative ad essa.

Il PPD sostiene la versione uscita dal Consiglio degli Stati, “equilibrata e suscettibile di venir accolto dal popolo”. Il partito rifiuta l’introduzione in questa riforma di un meccanismo che alzerebbe l’età della pensiona a 67 anni e denuncia la soppressione dell’aumento di 70 franchi delle rendite AVS, pure decisa dagli Stati. “Le votazioni di questi ultimi 15 anni mostrano che la popolazione non accetta misure di smantellamento delle rendite”.

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