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Sci: esperto, servono tempi apprendimento più corti, bastano 3 ore

Le tradizionali lezioni di sci sono troppo lunghe! KEYSTONE/XAVIER GEHRIG sda-ats

(Keystone-ATS) Altro che corsi di settimane, dopo tre ore sugli sci un principiante deve essere in grado di affrontare una pista facile. Ne è convinto Laurent Vanat, un consulente aziendale ginevrino specializzato in sport invernali.

Vanat invita il settore – se vuole sopravvivere – ad accelerare radicalmente i tempi di formazione.

“Se si vuole rendere lo sport dello sci nuovamente popolare serve una rivoluzione nelle scuole”, afferma Vanat Vanat in dichiarazioni riportate oggi dalla Schweiz am Sonntag.

Per portare ad esempio i cinesi sulle piste occorre applicare nuovi metodi. “Molti di loro vogliono poter vivere un inverno e anche stare sugli sci”, spiega l’esperto. Ma non ci si può aspettare che gli ospiti passino diversi giorni ad imparare: se si vuole entusiasmarli bisogna far sì che le prime esperienze siano positive e non un tormento.

Per Vanat, che fornisce consigli a varie società a livello mondiale, il ramo deve assolutamente battere nuove strade, perché il numero di giornate sciistiche – sia degli svizzeri che degli stranieri – sta diminuendo da anni.

Lo sport invernale è confrontata con una nuova generazione di clienti, “plasmati da internet: tutto deve essere veloce, semplice e comodo”, continua lo specialista. Anche lo sci deve adattarsi a queste aspettative. “Questa generazione non vuole imparare per tre giorni prima di potersi godere una discesa”.

I nuovi metodi esistono già da tempo: per esempio fin dagli anni 50 c’è chi si è accorto che usando sci corti i principianti possono scendere i pendii dopo poche ore, per poi passare sugli sci lunghi solo in un secondo tempo.

Questo approccio è per esempio usato dalla Villars Ski School di Villars-sur-Ollon, nelle alpi vodesi. Oggi vi lavorano un centinaio di maestri e quasi tutti gli alunni apprendono i rudimenti sugli sci corti. “Con il nostro metodo gli scolari si divertono fin dall’inizio, un aspetto che è decisivo”, spiega alla Schweiz am Sonntag il direttore Martin Deburaux. Purtroppo questo esempio non ha fatto scuola: “forse perché il mondo dello sci è molto tradizionalista e le nuove idee fanno fatica ad imporsi”, ipotizza Deburaux.

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