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Stati, SINTESI 20.30: onda dello tsunami verde raggiunge gli Stati

La presidente del partito nazionale dei Verdi Regula Rytz è soddisfatta KEYSTONE/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) L’onda d’urto dello tsunami verde che ha investito il Consiglio nazionale ha raggiunto anche il Consiglio degli Stati.

Il successo del partito ecologista è molto significativo per una Camera che, nella sua stragrande maggioranza, viene eletta col sistema maggioritario. Questo metodo favorisce generalmente personalità capaci di raccogliere un vasto consenso che, quindi, per definizione, non si situano ai margini dello spettro politico.

I Verdi, come mostra la ricerca pubblicata la settimana scorsa dai politologi zurighesi dell’istituto Sotomo, in Consiglio nazionale sono situati all’estrema sinistra. Il loro solo rappresentante agli Stati nella scorsa legislatura, Robert Cramer (GE), ha ottenuto una nota di -9,2 su una scala da -10 (estrema sinistra) a +10 (estrema destra).

A Neuchâtel, dove i “senatori” sono eletti col sistema proporzionale, il successo dei Verdi sorprende meno. Céline Vara si è imposta sulle due socialiste che avrebbero dovuto difendere il seggio di Didier Berberat, che non si è ripresentato.

La grossa sorpresa è costituita dal seggio che gli ecologisti hanno strappato all’UDC a Glarona. Mathias Zopfi, già presidente del Gran Consiglio, si è imposto per 252 voti sull’uscente Werner Hösli. In questo modo i democentristi perdono uno dei loro mandati in un cantone tradizionalmente borghese.

Due altri verdi potrebbero fare il loro ingresso agli Stati. A Ginevra, l’attuale consigliera nazionale Lisa Mazzone ha realizzato il miglior risultato e dovrebbe dunque facilmente difendere il seggio di Cramer, che ha rinunciato a ricandidarsi.

Nel canton Vaud, l’ecologista Adèle Thorens e la socialista Ada Marra sono risultate nettamente in testa al primo turno, distaccando nettamente l’uscente del PLR Olivier Français. La socialista Géraldine Savary ha rinunciato a ricandidarsi.

I Verdi hanno fatto faville anche a Berna, dove sarà pure necessario il ballottaggio. L’uscente Hans Stöckli (PS) si è piazzato in testa, seguito dalla presidente degli ecologisti e consigliera nazionale Regula Rytz, a sua volta tallonata – 330 voti di scarto – dal presidente della sezione cantonale dell’UDC e consigliere nazionale Werner Salzmann.

In una giornata in cui il verde ha fatto capolino anche in cantoni inattesi, appare in controtendenza il voto a Basilea Campagna. Nella gara per il seggio – l’unico del cantone – che nella passata legislatura era di Claude Janiak (PS) ha ottenuto più voti Daniela Schneeberger (PLR). La consigliera nazionale dei Verdi Maya Graf è giunta seconda. Terzo, ma a ridosso della Graf, è risultato il candidato socialista Eric Nussbaumer. I cittadini sceglieranno il loro “senatore” in un ballottaggio.

Vari “senatori” uscenti, malgrado buoni risultati nelle urne, non sono riusciti a imporsi al primo turno: si tratta del presidente del PS Christian Levrat (FR), dell’ex presidente dell’Unione sindacale svizzera (USS) Paul Rechsteiner (SG), di Hans Stöckli (PS/BE), Roberto Zanetti (PS/SO), Ruedi Noser (PLR/ZH), Olivier Français (PLR/VD), Filippo Lombardi (PPD/TI), Beat Vonlanthen (PPD/FR), Beat Rieder (PPD/VS) e Benedikt Würth (PPD/SG), eletto lo scorso maggio al posto della liberale radicale Karin Keller-Sutter, entrata in Consiglio federale.

In base ai risultati definitivi, e prima dei ballottaggi, dal profilo partitico le variazioni rispetto alla scorsa sessione sono poche. Si tratta dei soli due seggi ecologisti ottenuti a scapito di UDC e PS. Il Partito borghese democratico (PBD), attualmente rappresentato unicamente dal bernese Werner Luginbühl, che non si è ripresentato, rischia di scomparire dal Consiglio degli Stati: la candidata Beatrice Simon è decisamente distanziata rispetto ai tre favoriti Stöckli, Rytz e Salzmann.

Gli osservatori prevedevano un lieve spostamento verso destra della Camera dei Cantoni, che era peraltro scivolata a sinistra nella passata legislatura. Otto dei tredici rappresentanti del campo rosso-verde non si ripresentavano e la rielezione di una parte di loro appariva minacciata. Lo scenario oggi, prima dei ballottaggi, non sembra accreditare questa tesi.

La sinistra appare in ballottaggio favorevole pressoché ovunque, con le significative eccezioni di Basilea Campagna e di Argovia. In quest’ultimo cantone per occupare i seggi che erano di Pascale Bruderer (PS) e Philipp Müller (PLR) risultano favoriti Thierry Burkart (PLR) e Hansjörg Knecht (UDC). Cédric Wermuth – ex presidente di Gioventù socialista -, distaccato, difficilmente riuscirà a difendere il seggio lasciato libero da Bruderer.

In campagna ha fatto spesso capolino la questione della rappresentazione femminile. Nella Camera dei Cantoni negli ultimi quattro anni sedevano sei “senatrici” (su 46 deputati, il 13,0%). Oggi risultano elette in cinque: Heidi Z’graggen (PPD/UR), Eva Herzog (PS/BS), Brigitte Häberli-Koller (PPD/TG), Céline Vara (Verdi/NE) ed Elisabeth Baume-Schneider (PS/JU).

Con i secondi turni hanno inoltre buone chance di accedere agli Stati altre sei candidate: Andrea Gmür (PPD/LU), Daniela Schneeberger (PLR/BL), Marina Carobbio (PS/TI), Adèle Thorens (Verdi/VD), Ada Marra (PS/VD) e Marianne Maret (PPD/VS). Con undici rappresentanti si concretizzerebbe la previsione della consigliera nazionale Kathrin Bertschy (Verdi liberali/BE), copresidente dell’Alleanza delle società femminili svizzere (alliance f).

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