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Sterlina a picco in Asia, errore o algoritmo ‘pazzo’

Un algoritmo impazzito ha forse causato il crollo della sterlina KEYSTONE/EPA/JEROME FAVRE sda-ats

(Keystone-ATS) Un ‘dito pesante’ di un trader o un algoritmo ‘impazzito’: tanto basta per scatenare il crollo dei mercati in un sistema finanziario globale sempre più informatizzato.

A farne le spese oggi è stata la sterlina che sul mercato di Hong Kong in due minuti di caos ha perso oltre il 6% contro il biglietto verde, precipitando a 1,1841 dollari, ai minimi da maggio 1985, prima di riprendere quota a 1,24 dollari.

Secondo alcuni operatori il crollo è stato dovuto ad un errore umano, in particolare al ‘fat finger’ di un trader che avrebbe inserito un ordine “abnorme” sul computer, scatenando vendite a raffica della sterlina.

Per altri si tratta di un ordine automatico di vendita, innescato da alcuni algoritmi che rintracciano sul web notizie dell’ultima ora. E proprio nei minuti in cui è iniziato il crollo, il Financial Times aveva pubblicato i commenti del presidente francese François Hollande sulla Brexit. “Londra ha deciso di procedere sulla via della Brexit. E credo anche in una hard Brexit. Allora penso che si debba andare fino in fondo”, aveva detto il presidente. Parole probabilmente interpretate dai mercati come una minaccia al Regno Unito.

Alle 7:07, ora di Hong Kong, è iniziato il ‘flash crash’ della sterlina, con una discesa repentina da 1,26 dollari a 1,25, quindi alle 7:08 ancora giù sotto 1,24 con i traders che urlavano “si sta scatenando l’inferno”, infine alle 7:09 sprofondava ai minimi da 31 anni contro il biglietto verde a 1,1841 dollari. Alle 7:10 la valuta d’Oltremanica riprendeva quota ed entro le 7:39 si riportava a 1,24 dollari.

La Banca d’Inghilterra ha avviato subito una “indagine” sull’accaduto, mentre da Washington il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, impegnato al G20, ha commentato che “la volatilità dei tassi di cambio è sempre motivo di preoccupazione”.

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