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Svizzera deve assicurarsi accesso a mercati europeo e britannico

(Keystone-ATS) La Svizzera deve assicurarsi l’accesso ai mercati europeo e britannico, valuta il presidente della Banca nazionale svizzera (BNS) Thomas Jordan. Quanto all’Unione europea (UE), dovrebbe riformare il mercato del lavoro, a suo avviso.

La Confederazione deve “preservare le sue relazioni commerciali con l’Unione europea, il suo principale partner, ma anche con il Regno Unito”, spiega Jordan in un’intervista a “Le Matin Dimanche” e alla “SonntagsZeitung”. “È fondamentale”, afferma.

A fronte del “cambiamento di regime in Europa” che vede l’UE perdere il suo secondo più grande mercato, la sfida che deve cogliere la Svizzera è “di analizzare questa grande trasformazione e di sapere come reagire nel miglior modo in funzione dei suoi interessi”, secondo il bernese.

A suo avviso, i mercati sono rimasti sorpresi dal risultato del referendum britannico sull’uscita dall’UE, “ciò che spiega certe turbolenze”. Il franco ha anch’esso subito una pressione, “ma la Banca nazionale era pronta a intervenire e l’ha fatto”, aggiunge Jordan, senza voler esprimersi sull’ampiezza di questi interventi sul mercato dei cambi.

Liberalizzazione in Europa

Quanto all’UE, deve migliorare il suo funzionamento, per esempio tramite una liberalizzazione di certi mercati, secondo Jordan. Una riforma del lavoro potrebbe essere una prima tappa.

“Con circa il 10% di disoccupazione in Europa, c’è bisogno di più flessibilità. Bisogna anche investire nell’educazione, dove esiste un potenziale di crescita”, afferma ai due domenicali. Senza dimenticare che “la Svizzera ha tutto da guadagnarci da un rafforzamento della crescita in Europa”, indica il presidente della BNS.

Globalmente, riforme strutturali insieme a una politica budgetaria intelligente sono necessarie. “La politica monetaria da sola non è più sufficiente” per rilanciare l’economia mondiale, sostiene Jordan.

Per quanto riguarda l’euro, la politica della BNS resta molto chiara: “il nostro obbiettivo è di ridurre la pressione sul franco, che resta nettamente sopravvalutato. Facendo ciò, sosteniamo l’economia e la stabilità dei prezzi”.

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