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Turchia: Erdogan, 9000 arresti, preoccupazioni all’estero

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan Keystone/AP POOL Presidency Press Service/KAYHAN OZER sda-ats

(Keystone-ATS) Gli arresti dopo il fallito golpe in Turchia sono finora 9.004. Lo ha detto ieri sera il presidente Recep Tayyip Erdogan.

Erdogan ha anche annunciato che il Consiglio di Sicurezza Nazionale (Mgk) ha deciso di adottare lo stato di emergenza in Turchia per 3 mesi, in base all’articolo 120 della Costituzione, per “affrontare rapidamente” le minacce legate al fallito golpe. “Non si tratta di una decisione contraria alla democrazia, al contrario serve a garantirla”, ha aggiunto Erdogan.

I ministri degli Esteri di Germania, Olanda e Canada hanno intanto espresso preoccupazione per le dimensioni della repressione da parte delle autorità turche dopo il fallito colpo di Stato e hanno invitato Ankara a rispettare la legge.

“Stiamo guardando con preoccupazione alle notizie che migliaia di persone sono state licenziate e sospese, inclusi soldati e giudici, e che ai professori universitari è stato vietato di lasciare il Paese, e che le tv siano state chiuse con il ritiro della licenza”, ha dichiarato il tedesco Frank-Walter Steinmeier in una conferenza stampa a Washington, a margine del vertice della coalizione globale anti Isis (assente la Turchia).

“Abbiamo serie preoccupazioni sulla situazione in Turchia”, gli ha fatto eco l’olandese Bert Koenders. “Vogliamo mandare un segnale forte sulla necessità di rispettare il ruolo della legge”, ha proseguito.

Sulla stessa lunghezza d’onda il collega canadese, Stephane Dion, il quale ha riferito che il suo Paese ha ricevuto dalla Turchia, prima e dopo il fallito golpe, richieste di rimpatriare sostenitori dell’imam Fethullah Gulen, che vive negli Usa e di cui Ankara chiede l’estradizione sospettandolo di essere coinvolto nel tentato colpo di stato. “Abbiamo chiesto prove, perchè la giustizia canadese non può affrontare una questione sulla base di affermazioni”.

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