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Ultimatum Trump a Sioux, sgombrate area oleodotto o arresti

Oppositori all'oleodotto in un campo occupato (foto d'archivio) sda-ats

(Keystone-ATS) Tensione alle stelle davanti ai cantieri del Dakota Access, il controverso oleodotto che passa sulla terra dei Sioux e di cui Donald Trump ha ordinato la ripresa dei lavori.

Dall’amministrazione statunitense è arrivato l’ultimatum ai nativi accampati nell’area che si trova all’interno della grande riserva di Standing Rock: o ve ne andate o scatteranno gli arresti. In queste ore scadono i termini per liberare il campo occupato da circa sei mesi dai manifestanti. Secondo fonti stampa locali, al momento resta qualche centinaio di persone contro le migliaia degli inizi della protesta.

L’ultimatum è arrivato anche per motivi di sicurezza, perché secondo il governatore del nord Dakota, Doug Burgum, la neve che si sta sciogliendo rischia di allagare l’area e contaminare i fiumi vicini se i rifiuti accumulati non verranno portati via.

Nonostante ciò c’è uno zoccolo duro di Sioux che conta di rimanere resistendo alla minaccia di evacuazione forzata. L’accampamento continuerà – ha detto Phyllis Young, uno dei leader del campo – la libertà è nel nostro Dna e non abbiamo altra scelta se non continuare a lottare”.

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