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Un ‘muro umano’ di protesta contro Trump

Manifestazione di protesta contro il muro di Trump KEYSTONE/EPA EFE/ALEJANDRO BRINGAS sda-ats

(Keystone-ATS) Un ‘muro umano’ al confine fra Messico e Stati Uniti per protestare contro il presidente Donald Trump e il suo piano di costruire una barriera fra i due Paesi.

Centinaia di persone hanno invaso Ciudad Juarez, al confine messicano con gli Usa, tendendo la mano ai vicini di El Paso, in Texas, con l’obiettivo di unire le due città, non di separarle.

“Come stiamo dimostrando abbiamo molti amici sull’altra sponda del fiume, sull’altro lato dove qualcuno vuole costruire un muro. Nessun mai separerà due popolazioni amiche” afferma l’ex candidato alla presidenza messicana Cuauhtemoc Cardenas, partecipando alla manifestazione pacifica, ‘lunga’ un chilometro e mezzo al confine.

“Ciudad Juarez ed El Paso sono un’unica città, non saranno divise” mette in evidenza il sindaco di El Paso, Oscar Leeser, nato sul lato messicano del confine. “Trump ha instillato paura nei nostri concittadini americani. Dobbiamo mostrare e dire loro che hanno il nostro appoggio” aggiunge il primo cittadino di Ciudad Juarez, Armando Cabada, assicurando che la città si impegna ad aiutare coloro che saranno deportati dagli Stati Uniti.

Il muro con il Messico è stato uno dei cavalli di battaglia di Trump durante la campagna elettorale. E ora alla Casa Bianca il presidente punta a rispettare la sua promessa agli elettori e costruire il muro per fermare l’immigrazione clandestina. Un progetto titanico dai costi elevati, almeno 21,6 miliardi di dollari, che il Messico, secondo Trump, dovrà pagare.

Il muro è un motivo di forte scontro fra Washington e Città del Messico, con il presidente Enrique Pena Nieto che ha già cancellato la visita alla casa Bianca in segno di protesta. Ma il muro è solo uno degli aspetti del pugno duro di Trump con il Messico. L’altro, più pesante economicamente, è l’accordo commerciale del Nafta che il presidente americano vuole rinegoziare, per bloccare e far rimpatriare le aziende statunitensi che hanno scelto di produrre in Messico approfittando del costo del lavoro più basso. Un cambio del Nafta rischia di danneggiare in modo forte l’economia messicana, già alle prese con un’elevata volatilità della sua valuta, il peso, da quando Trump e’ stato eletto.

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