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Una persona su due si sente sorvegliata su internet

Internet: uno su due si sente sorvegliato KEYSTONE/NICK SOLAND sda-ats

(Keystone-ATS) Oltre la metà degli utenti di Internet si sente sorvegliata. Gli svizzeri sono diffidenti per quanto riguarda il trattamento di dati da parte di imprese e organizzazioni, mentre si fidano di banche e autorità. Lo afferma un sondaggio pubblicato da comparis.ch.

“Molti utenti della rete partono spesso dal presupposto che le loro attività svolte online siano controllate. In particolar modo non si ha fiducia nelle grandi imprese come Facebook e Google” spiega Jean-Claude Frick, esperto di Comparis, citato in un comunicato odierno. Ben il 60,4% degli intervistati si sente infatti sorvegliato.

Quando si tratta di fornire i propri dati personali, banche (78,4%) e autorità (73,8%) godono della fiducia della stragrande maggioranza degli utenti. In basso alla classifica invece i social media come Facebook (12,4%) e i siti di incontri (8,4%). Il 92% utilizza motori di ricerca come Google o Bing, ma solo 22,2% crede che questi proteggano i dati.

Oltre i due terzi dei partecipanti al sondaggio si servono di servizi di messaggistica come WhatsApp, Snapchat e iMessage, ma non significa che si fidino. Anzi, il 42% degli utenti dichiara di avere “poca o nessuna fiducia” in questi strumenti.

Un terzo degli interrogati teme inoltre un abuso dei propri dati personali da parte dei servizi segreti, ma accetta comunque la sorveglianza. Secondo Jean-Claude Frick “il motivo potrebbe essere che gli utenti giudicano più importanti la lotta al terrorismo e la necessità di una sicurezza generale rispetto alla propria sfera privata”. La minaccia degli hacker è ancora più diffusa della paura nei confronti dei servizi segreti visto che uno svizzero su due li teme.

Per quanto riguarda le misure per proteggersi, il 50% utilizza password complicate. Molto diffusa anche la pratica di aggiornamento regolare dei software di applicazioni e sistemi operativi e, sempre per motivi di sicurezza, il 30% rinuncia a utilizzare i social media. Quasi nessuno invece usa programmi come la crittografia di e-mail o le possibilità per navigare in modo anonimo tramite proxy.

Il sondaggio è stato condotto dall’istituto di ricerche di mercato GfK a gennaio. Sono state intervistate 1000 persone tra i 15 e i 74 anni in tutte le regioni linguistiche della Svizzera. Questo sondaggio viene condotto dal 2013 su base annua utilizzando sempre le stesse domande. L’obiettivo è misurare in modo rappresentativo il comportamento di utilizzo della popolazione svizzera in materia di sicurezza e protezione dati.

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