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Usa, Russia dietro hacker. Mosca respinge accuse

(Keystone-ATS) Dopo mesi di sospetti, l’amministrazione Obama ha accusato ufficialmente la Russia di aver sferrato contro la campagna elettorale americana attacchi hacker per influenzare il voto dell’8 novembre.

Si materializza così il fantasma di Putin ad un mese dal voto per le presidenziali, con Hillary Clinton in vantaggio su Donald Trump di 4,3%, ossia 48,1% contro 43,8%, secondo la media dei sondaggi nazionali di RealClearPolitics. La denuncia, messa nero su bianco, è dell’Office of the Director of National Intelligence, la massima autorità dell’intelligence americana.

Le conclusioni dei vertici dell’intelligence Usa e del Dipartimento per la sicurezza interna si basano sulle indagini compiute negli ultimi mesi dagli 007 e dagli investigatori dell’Fbi. Indagini sui numerosi cyberattacchi non solo al partito democratico e alla campagna elettorale di Hillary Clinton ma anche ad altri esponenti e gruppi politici.

“Vista l’ampiezza e la sensibilità degli sforzi messi in atto, crediamo che solo funzionari di primo livello della Russia possano avere autorizzato tali attività”: è quanto affermano il Dipartimento per la sicurezza interna americano e l’Office of the Director of National Intelligence in una nota congiunta, accusando Mosca di essere dietro agli attacchi hacker tesi a influenzare la corsa per la Casa Bianca.

“Le recenti rivelazioni di email hackerate su siti come DcLeaks, Wikileaks o Guccifer 2.0 – prosegue il comunicato – sono coerenti per metodi e motivazioni a sforzi diretti dalla Russia. Questi furti e queste fughe di notizie – si aggiunge – sono tesi a interferire col processo elettorale in corso negli Usa”. “Un’attività – conclude la nota – che non è nuova a Mosca. Con la Russia che è ricorsa a simili tattiche e tecniche in Europa e in Asia per influenzare le opinioni pubbliche di quei Paesi”.

La Russia respinge al mittente le accuse di aver sferrato contro la campagna elettorale americana attacchi hacker per influenzare il voto dell’8 novembre. Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, le ha liquidate come “senza senso”, come riferisce l’Interfax. Ed ha aggiunto che “il sito del governo russo è attaccato tutti i giorni da decine di migliaia di hacker che possono essere ricondotti agli Stati Uniti, ma non per questo accusiamo ogni volta la Casa Bianca e Langley (il quartier generale della Cia)”.

Il Cremlino ha sempre negato di essere dietro a tali azioni e di voler favorire il candidato repubblicano Donald Trump ma un altro episodio trapelato ieri sembra confermare quantomeno la simpatia di Mosca per Trump: l’imbarazzante protesta formale dell’ambasciatore russo all’Organizzazione delle nazioni unite (Onu), Vitali Churkin, al segretario generale dell’Onu Ban ki-moon per le critiche rivolte al candidato repubblicano dall’alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, Zeid Ra’ad al-Hussein, che ne aveva denunciato il populismo e il razzismo. Non si era mai vista una lamentela russa su come l’Onu tratta un politico americano.

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