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Valichi ticinesi: non tutti dotati di telecamere

Il consigliere nazionale Marco Romano (PPD/TI) ha sollecitato il Consiglio federale sulla criminalità transfrontaliera. KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) Non tutti i valichi ticinesi sensibili sono già dotati con telecamere di identificazione.

È quanto si evince dalla risposta del Consiglio federale a una domanda del consigliere nazionale Marco Romano (PPD/TI), preoccupato per l’aumento della criminalità transfrontaliera.

Nella sua risposta, alquanto generica, al quesito del deputato ticinese, il governo sostiene che il progetto di dotare i posti di frontiera nevralgici – ossia quelli dove la minaccia di passatori e criminali è più acuta – con telecamere in grado di identificare veicoli e sorvegliare il traffico è tutt’ora in corso, benché il progetto abbia preso avvio nel 2005.

In Ticino, l’installazione di questi apparecchi nei valichi sensibili è comunque stata in buona parte realizzata. Nella sua risposta, l’esecutivo rammenta che al Corpo della guardie di confine sono stati promessi otto posti supplementari per la lotta al terrorismo e alla criminalità a cavallo della frontaliera; queste persone potranno essere impiegate anche per l’analisi delle immagini registrate dalle telecamere.

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