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Un 2017 di umore nero, il mondo è sempre più depresso

La polarizzazione e le paure fanno sentire i cittadini isolati e insicuri (foto simbolica d'archivio). KEYSTONE/EPA/BARBARA WALTON sda-ats

(Keystone-ATS) Nel mondo aumentano le guerre, l’instabilità, i danni dai cambiamenti climatici e questo si riflette sull’umore delle persone, che non è mai stato così a terra.

A registrare l’aumento a livelli record dei sentimenti negativi è stato il Gallup Global Emotions Report, che ogni anno intervista oltre 150mila persone in 145 paesi chiedendo loro ‘come stanno’.

Secondo la ricerca, quasi il 40% degli intervistati ha provato preoccupazione o stress il giorno prima dell’intervista, un aumento del 2% rispetto al 2016. I tassi di tristezza e dolore fisico sono invece aumentati dell’1%, con una persona su cinque che si è sentita triste e 3 su 10 che hanno provato dolore. L’unica stabile, al 20% del campione, è la rabbia.

Combinando questi dati si ottiene un ‘indice emotivo negativo’ (‘negative emotion index’) di 30, in crescita di due punti rispetto a quello dell’anno scorso e il più alto mai registrato dall’inizio del progetto, nel 2006, che ha visto invece il tasso più basso nel 2007, quando era 23. “È la prima volta che vediamo un aumento così marcato dell’indice – afferma al New York Times Julie Ray, l’autrice principale -, è ai livelli più alti che abbiamo mai registrato”.

Anche in società all’apparenza pacifiche, spiega il rapporto, la polarizzazione e le paure fanno sentire i cittadini isolati e insicuri. La situazione peggiore è comunque quella dell’Africa subsahariana, dove 28 paesi su 35 hanno un indice peggiore di almeno 10 punti rispetto a dieci anni fa.

La ricerca ha misurato anche l’indice di emozioni positive, che globalmente è in calo di un punto. In questo caso è l’America Latina a stravincere, con il podio formato da Paraguay, Colombia e El Salvador. “Anno dopo anno questa regione continua a dominare il mondo nelle esperienze positive – si legge nel rapporto -, e questo può essere spiegato almeno in parte dalla tendenza dei latinoamericani a concentrarsi sulle cose positive della vita. Anche se i fattori culturali sembrano avere un ruolo, comunque quasi tutti i paesi con le performance peggiori sulle esperienze positive stanno sperimentando qualche tipo di conflitto interno o esterno”.

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