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USA: Mattis avverte Nato, aumentate spese o ridurremo impegno

James Mattis a Bruxelles al vertice dei ministri della difesa della nato. Keystone/EPA/STEPHANIE LECOCQ sda-ats

(Keystone-ATS) “Metodo Trump” al tavolo dei ministri della Difesa dell’Alleanza Atlantica: da Washington arriva la richiesta di piani precisi e misurabili entro l’anno perché tutti gli alleati arrivino al 2% del Pil di spese militari. “Altrimenti” gli USA ridurranno il loro impegno.

James Mattis, un generale che ha servito nella Nato in Afghanistan e Iraq ed è stato persino Comandante in capo della Trasformazione, al primo ritorno a Bruxelles da capo del Pentagono ha rassicurato ma anche sferzato gli alleati. La Nato, ha detto in una dichiarazione pubblica all’arrivo nel quartier generale che ha definito “la mia seconda casa”, “resta la pietra fondamentale” per la sicurezza degli Stati Uniti. Ma nel discorso a porte chiuse, poi distribuito dalla rappresentanza americana, ha avuto toni durissimi per chiedere che europei e canadesi aumentino i loro contributi.

Mattis ha ricordato che già ai tempi di George W. Bush, l’America aveva avvertito che “avrebbe perso la pazienza”, ma “l’impazienza predetta ora è una realtà di governo”. I contribuenti americani, ha sferzato, “non possono occuparsi della sicurezza del futuro dei vostri figli più di quando lo facciate voi”. Ed ha scandito: “L’America rispetterà le sue responsabilità, ma se le vostre nazioni non vogliono vedere che l’America moderi il suo impegno verso questa Alleanza, ognuna delle vostre capitali deve mostrare sostegno alla nostra difesa comune”.

Per l’Italia, attualmente poco sopra l’1,1%, arrivare al 2% rappresenterebbe un esborso da oltre 18,3 miliardi l’anno in più secondo uno studio del Bruegel Institute. Ma la ministra della difesa italiana Roberta Pinotti, sostenuta anche dalla Spagna, ha controbattuto che nel conto non si devono mettere solo i soldi ma anche i contributi in termini di partecipazioni militari. E su questo fronte ha avuto il sostegno del segretario generale dela Nato.

Per Pinotti, che è anche tornata a ribadire la necessità che la Ue scorpori almeno parte delle spese militari dai conteggi del Patto di stabilità, quello di Mattis “non è stato un ultimatum” ma una presentazione “più robusta” della posizione già presa anche da Barack Obama. Che al vertice del 2014 in Galles ottenne l’impegno di tutti a raggiungere il livello del 2% di spese per la difesa entro il 2024.

Quello che l’America ora chiede è di accelerare i tempi e mettere nero su bianco quelli che Stoltenberg definisce “piani concreti e misurabili per raggiungere l’obiettivo” che – ha sottolineato – “non è una richiesta degli Stati Uniti, ma un impegno preso dai 28 leader guardandosi negli occhi”. “Ora – ha aggiunto – bisogna essere sicuri che le promessa sia mantenuta”.

Mattis ha presentato la nuova linea della Casa Bianca come una richiesta che viene dall’elettorato e dall’opinione pubblica americana. Roberta Pinotti ne ha preso spunto per controbattere che anche “l’Italia ritiene fondamentale, anche per parlare alla sua opinione pubblica, che l’impegno della Nato sul fronte sud sia più evidente anche in termine di risorse”.

Intanto ha comunque incassato il varo dello ‘Hub per il sud’ presso il Comando alleato interforze di Napoli. Un centinaio di persone che avranno il compito di aggregare ed analizzare le informazioni di intelligence, ottenute anche con l’uso dei droni di sorveglianza basati a Sigonella e “presto” operativi. Obiettivo, contrastare il terrorismo e “tutte le altre minacce” che vengono da nordafrica e medio oriente. E dovranno anche coordinare quelle operazioni di addestramento e “defence capacity building” che sono la base della strategia per il sud, alla quale la Nato (che per DNA continua soprattutto a guardare a est ed alla Russia) comincia a pensare.

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