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Vaticano, caso Wesolowski: indagini su altri paesi dove è stato

(Keystone-ATS) Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti vaticani non ci sono solo le vicende di abusi pedofili di cui l’ex nunzio e arcivescovo Jozef Wesolowski – da due giorni agli arresti domiciliari in Vaticano – è stato accusato durante la sua permanenza a Santo Domingo, dal gennaio 2008 all’agosto dello scorso anno.

Al setaccio vengono passati anche gli anni in cui il 66/enne presule polacco ha prestato la propria opera in precedenza, cioè nelle missioni diplomatiche della Santa Sede in Africa meridionale, Costa Rica, Giappone, Svizzera, India e Danimarca, quindi come nunzio apostolico in Bolivia, dal 1999 al 2002, e nei Paesi ex-sovietici dell’Asia centrale (Kazakhstan, Tagikistan, Kirghizistan e Uzbekistan), dal 2002 al 2008, quando infine è approdato alla nunziatura della Repubblica Dominicana.

Gli elementi di natura documentale e testimoniale su cui si basa il procedimento penale aperto dal promotore di giustizia del Tribunale vaticano, Gian Piero Milano, che ha disposto l’arresto di Wesolowski con le accuse di abusi sessuali su minori e possesso di materiale pedopornografico e motivando il provvedimento con il pericolo di fuga e di inquinamento delle prove, sono quelle giunte finora.

Si tratta degli atti del procedimento canonico svoltosi alla Congregazione per la Dottrina della Fede (risoltosi in primo grado con la riduzione dell’ex nunzio allo stato laicale) sia dalla documentazione proveniente dalla Repubblica Dominicana. Ma il mirino è puntato anche sulle precedenti permanenze dell’ex diplomatico vaticano, acquisendo informazioni per verificare la possibilità di altri casi di abuso.

Intanto Wesolowski, all’ultimo piano del Palazzo del Tribunale vaticano, nelle silenziose stanze del Collegio dei Penitenzieri – i frati confessori della basilica di San Pietro -, attende la convocazione per deporre davanti al magistrato.

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