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Zurigo: “Alberto Giacometti – Materiale e visione” al Kunsthaus

Busti in gesso di Alberto Giacometti all'esposizione al Kunsthaus di Zurigo Keystone/WALTER BIERI sda-ats

(Keystone-ATS) Al Kunsthaus di Zurigo si inaugura domani una grande mostra dedicata ad Alberto Giacometti (1901-1966).

Con oltre 250 opere, l’esposizione presenta diverse versioni delle sculture dell’artista bregagliotto e si sofferma in particolare sulla corporeità dei materiali utilizzati.

Intitolata “Alberto Giacometti – Materiale e visione. I capolavori in gesso, in pietra, in argilla e in bronzo”, l’esposizione – allestita in occasione del cinquantesimo anniversario dalla morte dello scultore – potrà essere visitata fino al prossimo 15 gennaio.

Un elemento centrale è rappresentato da 75 preziosi gessi, lasciati in eredità dall’artista e restaurati in quattro anni di lavoro presso il Kunsthaus. A causa della loro fragilità, questi gessi “vengono esposti soltanto in rare occasioni”, hanno sottolineato davanti alla stampa i responsabili del museo.

È al prima volta che in Svizzera può essere ammirata una tale molteplicità di lavori di un “artista epocale, contraddistinto da un rapporto sperimentale e affascinante con i materiali”. I prestiti provengono dalla Fondazione Alberto e Annette Giacometti di Parigi, che non è aperta al pubblico, e dalla fondazione Alberto Giacometti ospitata presso il Kunsthaus.

La mostra è allestita in una sala di oltre 1000 metri quadri in cui sono stati ricreati piccoli ambienti ispirati agli spazi dell’atelier parigino di Giacometti.

Al suo interno viene ad esempio proposto uno “straordinario e inedito accostamento di diverse versioni di alcune opere”, come la scultura cubista “Tête qui regarde”, realizzata in terracotta, in gesso, in marmo e in bronzo.

Esempi significativi dei celebri bronzi di Giacometti – nati in fonderia e non in atelier – sono collocati al di fuori delle nicchie, nel mezzo dello spazio espositivo. Al termine dell’esposizione anche i gessi vengono “liberati” dalla collocazione nell’atelier e vengono “contrapposti ai bronzi come opere di pari dignità”, secondo la modalità prediletta dallo stesso Giacometti nelle ultime mostre organizzate quando era ancora in vita.

Il gesso – scrive il Kunsthaus in una nota – era per Alberto Giacometti “molto più di una fase intermedia fra il modello in argilla e la statua in bronzo. Questo materiale “consentiva all’artista di dipingere o di intervenire sulle proprie creazioni in svariati modi”. “Nel complesso, è possibile affermare che il lavoro di Giacometti sui gessi, spesso di impianto radicale, rappresenta l’altro fondamentale modo di procedere dell’artista, accanto alla modellazione della soffice argilla”.

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