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Analisti più ottimisti riguardo all’economia svizzera

(Keystone-ATS) Sta migliorando la fiducia degli analisti finanziari riguardo al futuro dell’economia svizzera: è l’indicazione che emerge dall’indice sulle prospettive economiche calcolato da UBS e da CFA Society Switzerland sulla base di un sondaggio fra gli esperti.

L’indicatore principale si è attestato in marzo a +11,5 punti, 1,3 punti più di febbraio, quando era stato fatto un balzo di quasi 30 punti, emerge dalle informazioni diffuse oggi. Si è di fronte al quinto aumento mensile consecutivo, con l’indicatore che si conferma in territorio positivo, zona in cui era entrato il mese scorso per la prima volta dal febbraio 2022. “La crescente fiducia nell’economia è evidente in tutti i settori”, affermano gli specialisti di UBS.

Andando nei dettagli, il 28,6% degli interrogati in marzo pronostica un miglioramento della situazione congiunturale nei prossimi sei mesi, il 17,1% un peggioramento, mentre il 54,3% è convinto che non vi saranno cambiamenti (valori che determinano poi l’indice complessivo: 28,6 meno 17,1 = +11,5). Rispetto a febbraio sono aumentati sia gli ottimisti (+3,0 punti) che – meno – i pessimisti (+1,7 punti), mentre sono diminuiti coloro che puntano sullo status quo (-4,7 punti).

La fiducia per il futuro elvetico si accompagna a un’analisi nettamente migliorata anche per l’Eurozona (+23,5). Pure la Cina presenta un valore positivo (+9,5), benché in lieve flessione, mentre gli Stati Uniti arrancano (-2,9), anche se c’è stato un passo avanti nel paragone con febbraio. Pure più splendente, nel confronto mensile, è il giudizio sulla situazione congiunturale elvetica attuale, con un indice che sale di 8,6 punti a +11,1.

Particolarmente importanti sono i segnali per quanto riguarda il rincaro: l’inflazione in Svizzera è vista in aumento dal 13,9% del campione, mentre il 36,1% si aspetta un calo e il 50,0% stabilità. I tassi d’interesse sono attesi in contrazione nel corto termine (60,0%), mentre sul lungo periodo la quota più consistente (45,5%) punta sull’assenza di variazioni.

Il 63,6% degli interrogati (-4,0 punti rispetto a febbraio) prevede inoltre un incremento dell’indice di borsa elvetico SMI nei prossimi sei mesi, il 21,2% punta su valori stabili e il 7,1% su una flessione. Sul fronte valutario, il 34,3% si aspetta un rafforzamento del franco rispetto all’euro, un analogo 34,3% un indebolimento e il 31,4% ritiene che non vi saranno cambiamenti nel corso. Riguardo alla disoccupazione il 34,3% vede una crescita dei senza lavoro, il 62,9% una stagnazione e il 2,9% un calo.

Gli interpellati nell’ambito del rilevamento hanno risposto anche a domande relative alla partenza del presidente della direzione della Banca nazionale svizzera (BNS) Thomas Jordan, che lascerà l’incarico a fine settembre, dopo oltre 12 anni alla testa dell’istituto. La stragrande maggioranza giudica adeguata la politica monetaria praticata dal manager: solo il 15% la ritiene troppo espansiva o troppo restrittiva. Il 90% pensa inoltre che le dimissioni del 61enne non avranno conseguenze sulla politica monetaria praticata dalla BNS.

Al sondaggio, effettuato fra il 14 e il 20 marzo, hanno partecipato 36 analisti della comunità finanziaria elvetica. L’inchiesta in questione viene realizzata dal gennaio 2017: fino all’agosto 2023 partner di CFA era Credit Suisse, ora è UBS, banca che ha rilevato il concorrente.

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