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Australia: elezioni, dimissioni a sorpresa Ceo gruppo Murdoch

(Keystone-ATS) Il Ceo Kim William del gruppo editoriale di Rupert Murdoch News Corp si è dimesso oggi dopo meno di due anni nella carica – un annuncio inaspettato in piena campagna per le elezioni del 7 settembre. Al posto di William, Murdoch ha nominato l’ex dirigente di quotidiani Julian Clarke.

News Corp, che controlla il 75% del mercato della carta stampata in Australia, ha preso le parti dell’opposizione conservatrice, attirandosi le accuse del premier laburista Kevin Rudd che denuncia “interferenze” sul voto per ragioni d’interesse.

Rudd ha detto oggi che il rimpasto è venuto dopo che Murdoch ha mandato il suo ‘mastino’ Col Allan da New York in Australia per intensificare gli attacchi contro il suo governo. Già lunedì scorso, nel primo giorno di campagna elettorale, il più popolare tabloid della scuderia Murdoch, il Daily Telegraph di Sydney, ha pubblicato in prima pagina un editoriale dal titolo ‘Cacciamo via questa gentaglia’ con sullo sfondo un’immagine di Rudd. E ha continuato quotidianamente con grandi titoli di attacco in prima pagina, fra cui una con la leadership laburista in divisa nazista.

Lo stesso magnate, proprietario del 50% dell’operatore di pay-Tv Foxtel, aveva criticato il progetto del governo di un Network broadband nazionale (Nbn) che dovrà fornire connessioni internet ad alta velocità con fibra ottica a ogni casa a un costo pari a 24 miliardi di euro, definendolo irrealizzabile in tempi di rallentamento dell’economia e appoggiando apertamente il piano meno costoso e più limitato sostenuto dall’opposizione che userebbe cavi di rame già esistenti.

Rudd ha replicato a Murdoch rimproverandogli di usare il suo impero mediatico per attaccarlo solo perché vede il Nbn come una minaccia alla sua rete Foxtel. “Mr. Murdoch dice apertamente che vuole che Mr. Abbott mi sostituisca come primo ministro, e questo è un suo diritto democratico”, ha detto. “Ma la semplice domanda da porre è: cosa c’è sotto? Vi è una strana coincidenza di interessi fra News Corp. e l’opposizione”.

Secondo alcuni analisti dei media tuttavia il cambiamento al vertice è più probabilmente legato a una lotta interna che vede affrontarsi gli uomini della carta stampata con il ramo dell’intrattenimento, piuttosto che a motivi politici e alla rovente campagna elettorale.

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