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Autorità svizzere incontrano rappresentanti dei talebani a Ginevra

La delegazione talebana è guidata da un alto dirigente del movimento islamico ed alto responsabile del ministero della difesa, il muftì Latifullah Hakimi (qui in una foto del 2005). Keystone/EPA/HANDOUT sda-ats

(Keystone-ATS) Su invito dell’organizzazione umanitaria Appello di Ginevra, una decina di talebani è giunta domenica nella città di Calvino. In questi giorni sono in programma riunioni con l’ong, ma anche discussioni con rappresentanti delle autorità svizzere.

“Questa settimana è previsto un incontro con una delegazione del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE)”, ha dichiarato oggi all’agenzia Keystone-ATS una portavoce della missione elvetica presso le Nazioni Unite a Ginevra. Saranno presenti rappresentanti della Direzione per lo sviluppo e la cooperazione (DSC) , della Divisione Pace e diritti umani (DPDU) e della Divisione Asia e Pacifico.

La presenza talebana in Svizzera “non costituisce né una legittimazione né un riconoscimento”, ha sottolineato la portavoce confermando un’informazione dei media afghani sull’arrivo di delegati del movimento islamista a Ginevra. Secondo fonti concordanti, l’invito è giunto dall’Appello di Ginevra, noto anche come “Appel de Genève” o “Geneva Call”.

L’organizzazione non governativa, che cerca di rafforzare l’applicazione del diritto internazionale umanitario da parte di gruppi armati non statali, è attiva da molti anni in Afghanistan. Conduce da tempo un dialogo con i talebani, anche dopo il loro arrivo al potere lo scorso agosto.

A Ginevra affronterà una serie di temi che fanno parte delle dichiarazioni d’impegno che i gruppi armati firmano regolarmente con essa, tra cui la protezione dei fanciulli nelle zone di conflitto e la gestione dei terreni ricoperti da mine antiuomo. Verranno discussi anche i diritti umani, l’accesso umanitario e la protezione degli operatori umanitari.

Secondo giornalisti afghani la delegazione talebana, composta di una decina di persone, è guidata da un alto dirigente del movimento islamico ed alto responsabile del ministero della difesa, il muftì Latifullah Hakimi. Sono pure previsti, affermano, colloqui con rappresentanti di altri Stati europei.

I talebani cercano il riconoscimento internazionale ma devono fare i conti con le richieste di garanzie sui diritti umani, in particolare delle donne. Attualmente l’Afghanistan è ancora rappresentato a Ginevra dall’ambasciatore nominato dal vecchio governo, Nasir Andisha. Liberale e oppositore dei talebani, ha denunciato a più riprese gli integralisti davanti al Consiglio dei diritti umani. La stessa cosa avviene al quartier generale dell’ONU a New York.

Meno di un mese fa alcuni talebani avevano incontrato emissari di diversi Paesi occidentali a Oslo, prima accoglienza diplomatica su suolo europeo dal loro ritorno al potere. Finora nessuno Stato ha riconosciuto il governo islamista.

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