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Aziende svizzere ottimiste su futuro, ma puntano su meno manodopera

(Keystone-ATS) Le aziende svizzere valutano in modo nettamente più ottimistico la congiuntura e l’evoluzione dei loro affari, ma nel contempo si aspettano un calo dei loro organici: è quanto emerge da un sondaggio promosso dalla società di consulenza Deloitte.

Il 56% dei 121 responsabili delle finanze (CFO) di importanti imprese elvetiche (quotate e no) interpellati fra il 5 marzo e il 5 aprile ha aspettative positive sull’andamento economico generale in Svizzera nei prossimi 12 mesi. Il valore è nettamente migliorato: nel precedente rilevamento dell’autunno scorso era di 14 punti percentuali inferiore. “Le prospettive sono quindi solidamente positive, ma non euforiche”, commentano gli estensori dello studio.

I CFO vedono il sole all’orizzonte anche in relazione alle loro stesse imprese. La metà (50%) degli intervistati è fiduciosa sullo sviluppo della propria ditta nei prossimi 12 mesi, mentre solo il 16% si dice pessimista, dati sostanzialmente in linea con quelli dell’ultimo sondaggio. Gli intervistati sono ottimisti pure per quanto riguarda i dati principali finanziari: il 63% prevede un aumento del fatturato e il 39% una crescita dei margini.

Nei dati aziendali spicca però un’importante eccezione: il 27% dei CFO ritiene che il numero di dipendenti della propria azienda diminuirà nel prossimo anno, a causa di licenziamenti o di posizioni vacanti che non verranno occupate. Questa percentuale è aumentata per la seconda volta consecutiva, facendo sì che sono ormai più le imprese che prevedono una contrazione degli effettivi di quelle che pronosticano l’evoluzione opposta.

“Il fatto che così tante aziende stimano una riduzione dell’organico è in parte dovuto al fatto che non prevedono di trovare manodopera qualificata adeguata entro un periodo di tempo ragionevole”, argomenta Alessandro Miolo, dirigente di Deloitte, citato in un un comunicato. “La carenza di manodopera rimane un problema importante per molte realtà. Le ditte si stanno però anche concentrando sempre più sull’intelligenza artificiale e sull’automazione: di conseguenza ciò sta portando a una minore disponibilità ad assumere e a una contrazione della forza lavoro”. La tendenza si riflette anche negli ultimi dati della Segreteria di stato dell’economia (Seco): il numero di posti di lavoro vacanti è in calo e i funzionari bernesi prevedono un leggero aumento del tasso di disoccupazione nel 2024.

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