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CF: 13esima AVS una volta l’anno, due opzioni per finanziamento

(Keystone-ATS) Per finanziare dal 2026 la 13esima rendita AVS, che sarà versata una volta all’anno, il Consiglio federale si è deciso oggi per due opzioni: la prima unicamente mediante contributi salariali, la seconda combinando un aumento dei contributi salariali e dell’IVA.

Nello stabilire i parametri per l’applicazione dell’iniziativa popolare accettata il 3 marzo scorso dal popolo con oltre il 58% di favorevoli, ha spiegato davanti ai media la “ministra” della socialità, Elisabeth Baume-Schneider, il governo intende rispettare la volontà popolare mediante un versamento unico e senza ridurre le prestazioni complementari per chi ne beneficia.

Tuttavia, ha aggiunto la consigliera federale, vogliamo garantire nel contempo un finanziamento durevole di questo contributo supplementare che dal 2026 implicherà maggiori uscite per il primo pilastro pari 4,2 miliardi di franchi l’anno, di cui 840 milioni a carico della Confederazione, per poi salire a 5 miliardi nel 2030 (un miliardo a carico delle finanze federali) a causa dell’aumento dei pensionati e della speranza di vita.

Il nostro obiettivo, ha sottolineato la “ministra” socialista, è fare in modo che la situazione finanziaria dell’AVS non si deteriori rapidamente. Visti i tempi stretti per l’applicazione dell’iniziativa, le opzioni riguardanti il finanziamento possono essere adottate celermente nell’attesa di una riforma complessiva dell’AVS, ha aggiunto Baume-Schneider. Sarà in questo frangente che verranno trattate opzioni di finanziamento, come una tassa sulle transazioni finanziarie o un’imposta a livello federale sulle successioni.

Inoltre, per evitare che le finanze federali risultino ulteriormente gravate, ha puntualizzato la “ministra” – secondo cui la situazione sul questo fronte è “estremamente tesa” tanto che sono attesi deficit miliardari nei prossimi anni – il Consiglio federale ha inoltre deciso di ridurre temporaneamente il contributo federale alle spese dell’AVS.

Tempi stretti

Per realizzare i piani dell’esecutivo, il Dipartimento federale dell’interno (DFI) di cui sono responsabile, ha proseguito Baume-Schneider, dovrà preparare le necessarie modifiche della legge federale sull’assicurazione per la vecchiaia e per i superstiti (LAVS) e della legge federale sulle prestazioni complementari all’assicurazione per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità (LPC).

Il DFI dovrà elaborare entro questa estate un progetto da porre in consultazione sulla base dei parametri decisi. Il messaggio dovrà essere sottoposto al Parlamento entro l’autunno del 2024 al fine di lasciare a quest’ultimo almeno due sessioni per esaminare approfonditamente il dossier.

Le modifiche di legge dovranno essere proposte in un pacchetto con due progetti separati. In questo modo il Consiglio federale intende garantire che le modifiche di legge per l’attuazione possano entrare in vigore anche se il finanziamento dovesse subire ritardi o essere respinto in un’eventuale votazione popolare.

Dove trovare i soldi

Come accennato, al momento della sua introduzione, la 13esima rendita costerà 4,2 miliardi, somma che salirà a 5 miliardi dopo cinque anni. Per evitare che l’AVS si ritrovi rapidamente in difficoltà finanziarie già nel 2026, il Consiglio federale contempla due varianti per il finanziamento.

La prima, ha spiegato la consigliera federale socialista, prevede un incremento dei contributi salariali di 0,8 punti percentuali, pagati in parti uguali da lavoratori e datori di lavoro, la seconda un aumento combinato dei contributi salariali (+0,5 punti percentuali) e dell’IVA (+0,4 punti percentuali).

Baume-Schneider ha ammesso che queste proposte potranno avere un impatto negativo sul lavoro e sui prezzi, tuttavia esse rispecchiano anche lo spirito di solidarietà fra generazioni che innerva il primo pilastro. Il vantaggio rispetto ad altre soluzioni, ha aggiunto, è che le opzioni esposte oggi possono essere applicate celermente.

Minore contributo all’AVS…

Per quanto attiene al ruolo della Confederazione, quest’ultima fornisce un contributo fisso pari al 20,2% delle spese dell’AVS. Con l’introduzione della 13esima rendita, Berna dovrebbe farsi carico di una parte dei 4,2 miliardi, pari a 840 milioni.

Per non pesare ulteriormente sul proprio bilancio, ha dichiarato Baume-Schneider, l’esecutivo prevede di ridurre al 18,7% la partecipazione della Confederazione alle spese dell’AVS da inizio gennaio 2026 fino all’entrata in vigore della prossima riforma dell’assicurazione. Ciononostante, ha puntualizzato la “ministra” della socialità, il contributo federale sarà superiore a 11 miliardi nel 2026 e aumenterà ancora negli anni successivi.

…e suo finanziamento

Per compensare la riduzione della partecipazione della Confederazione, il Consiglio federale prevede anche in questo caso due varianti: nella prima, i fondi necessari saranno prelevati dal Fondo AVS; nella seconda, invece, occorreranno ulteriori entrate, generate da un aumento dei contributi salariali (+0,2 punti percentuali) o da un incremento combinato dei contributi salariali e dell’IVA (rispettivamente, +0,1 e +0,2 punti percentuali). Tali entrate confluirebbero nell’AVS, evitando che il Fondo AVS sia ulteriormente gravato a causa del minore contributo federale.

Verso una nuova riforma

Il governo presenterà entro la fine del 2026 una nuova riforma dell’AVS per il periodo successivo al 2030. Anche senza le spese supplementari derivanti dalla 13esima rendita, l’AVS dovrà infatti affrontare importanti sfide finanziarie e, nonostante le misure proposte, si prevedono deficit a partire dal 2030.

In primo luogo, ha detto Baume-Schneider, il numero dei pensionati aumenta più rapidamente rispetto a quello delle persone attive che versano contributi salariali all’AVS. In secondo luogo, l’aumento della speranza di vita comporta un allungamento del periodo di versamento delle rendite.

Per questo motivo, già tre anni fa il Parlamento ha incaricato il Consiglio federale di elaborare entro il 2026 una nuova riforma per il periodo successivo al 2030. Nell’ambito di questa riforma andranno vagliate anche misure strutturali quali l’aumento dell’età di riferimento e altre possibilità di finanziamento non attuabili a breve termine.

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