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Cina: esce dal carcere l’ultimo controrivoluzionario

(Keystone-ATS) SHANGHAI – In Cina un uomo accusato negli anni Cinquanta di essere un “controrivoluzionario”, è stato scarcerato dopo 57 anni trascorsi in carcere. Lo riferisce il quotidiano Ming Pao.
L’uomo, Ou Shu, di 77 anni, ha scontato così la più lunga detentiva della storia cinese. La vicenda di Ou cominciò nel 1953 quando, a 20 anni, venne condannato a 4 anni di prigione da una corte rivoluzionaria perché entrato in una organizzazione taoista e considerato quindi contro la Rivoluzione maoista. Il giovane rifiutò di essere “rieducato” e questo gli costò una seconda condanna a 15 anni, anche perché il giovane venne considerato “estremamente ostile”. Rubate delle armi, cercò di evadere dal carcere ma fu ricatturato e nel 1959 venne condannato all’ergastolo.
Nel 1963 e nel 1972, fu dichiarato schizofrenico e quando nel 1997, lasciandosi alle spalle la Rivoluzione, la Cina emendò il codice penale, cambiando il reato di “contrarietà alla rivoluzione” in “minaccia alla sicurezza nazionale”, gli fu ridotta la pena in virtù delle sue condizioni mentali.
Le autorità cercarono di rintracciare i suoi parenti nella provincia dello Yunan per farlo ricoverare in una struttura ospedaliera, ma risultarono tutti morti. Negli anni di prigione, nessuno ha mai fatto visita all’uomo in carcere e lui ha perso qualsiasi abilità al lavoro, conservando solo le sue abitudini alimentari legate al taoismo.
Qualche volta, hanno raccontato le guardie carcerarie al giornale, Ou cantava le canzoni rivoluzionare, raccontava storie e chiamava Chang Kai-Shek, il leader nazionalista cinese, “il presidente Jiang del comitato”. Ora il problema è che nessuno può prendersi cura dell’ultimo “controrivoluzionario” cinese, che non ha parenti in vita. Le persone del suo villaggio, interpellate dal giornale, hanno detto che sarebbe stato meglio per il governo a questo punto tenerlo in carcere fino alla morte anzichè farlo uscire ora. Intanto si sta cercando l’aiuto governativo per farlo ricoverare in un ospizio.

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