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Coronavirus: studenti alzano la voce, “ci servono prospettive”

Fra le altre cose gli studenti vogliono tornare almeno parzialmente a frequentare le lezioni in presenza. KEYSTONE/ALEXANDRA WEY sda-ats

(Keystone-ATS) Dopo un anno di restrizioni dovute alla pandemia, gli studenti chiedono il sostegno di Confederazione e Cantoni.

In assenza di segnali relativi a un allentamento della situazione, l’associazione che li rappresenta esige prospettive per impedire che in molti abbandonino la propria formazione.

Sono molti gli aspetti che preoccupano l’Unione svizzera degli universitari (USU) in tempi di coronavirus. Fra questi vi sono l’insegnamento a distanza, le finanze, la salute mentale e la situazione delle borse di studio, degli esami e delle aule, si legge in una nota odierna.

Un appello con rivendicazioni concrete è stato dunque lanciato alle autorità federali, cantonali e alle alte scuole. L’organizzazione domanda che gli studenti siano associati a tutte le prossime tappe di riapertura. L’insegnamento ibrido, che combina lezioni in presenza a lezioni online, deve riprendere il più rapidamente possibile, afferma l’USU.

Biblioteche e luoghi di lavoro devono inoltre rimanere aperti. La durata delle borse di studio va prolungata e va istituito un fondo nazionale d’urgenza con un aiuto economico di 5000 franchi per universitario.

In totale, le richieste contenute nel catalogo sono 29. Per l’USU, l’obiettivo è chiaro: si tratta di evitare che un gran numero di giovani molli il proprio percorso formativo per ragioni da far risalire all’epidemia di Covid-19.

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