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Covid-19 ora colpisce soprattutto persone in età lavorativa

Patrick Mathys KEYSTONE/PETER KLAUNZER sda-ats

(Keystone-ATS) Il covid-19 colpisce attualmente soprattutto le persone in età lavorativa. I contagi e le ospedalizzazioni tra le persone anziane sono in netto calo. Lo indica Patrick Mathys, dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) nel consueto incontro coi media.

Contrariamente alla prima e alla seconda ondata, dove gli ultraottantenni erano le persone maggiormente colpite da coronavirus, oggi i positivi sono in prevalenza i 20-39enni, seguiti dai 40-59enni. La categoria “+ di 80 anni” è la meno rappresentata.

Questo trend, osservato dalla fine dello scorso anno, si conferma anche per quel che concerne le ospedalizzazioni: il numero di 40-59enni ricoverati è ormai superiore a quello degli ultraottantenni.

Oltre all’arrivo del vaccino, due sono le spiegazioni a questa evoluzione: l’arrivo della variante britannica, che riguarda ormai la quasi totalità dei contagi, che è più contagiosa. Inoltre, i giovani attendono sovente troppo tempo prima di consultare un medico, con il risultato che poi devono essere ricoverati direttamente nel reparto cure intense, ha detto Mathys. Per questo motivo il responsabile del settore crisi dell’UFSP ha invitato le persone malate a contattare rapidamente un dottore se le loro condizioni peggiorano.

Più in generale, per Mathis la situazione sul fronte dei contagi si è stabilizzata a un livello alto e resta dunque fragile. La buona notizie è che non si è osservato alcun aumento significativo di casi durante le festività pasquali.

Sul fronte dei vaccini, la vicedirettrice dell’UFSP Nora Kronig ha detto che la settimana scorsa è stata superata la soglia delle due milioni di dosi iniettate. Concernente il ritmo delle consegne dei vaccini, Kronig ha spiegato che circa 200’000 dosi del preparato di Moderna che avrebbero dovuto essere inizialmente consegnate in maggio saranno disponibili solo in giugno.

Riguardo al vaccino di AstraZeneca, Claus Bolte, capo del settore omologazione di Swissmedic, ha spiegato che la prima richiesta di autorizzazione è stata depositata già in ottobre, ma che le informazioni erano insufficienti. L’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici – l’autorità di omologazione di medicamenti e vaccini – ha chiesto i risultati di studi clinici, finora senza successo, ha aggiunto.

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