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Egitto: sale tensione con Arabia Saudita

(Keystone-ATS) Si scatena “a sorpresa”, come ammette lo stesso capo del Consiglio militare egiziano, Hussein Tantawi, la prima crisi diplomatica fra Egitto e Arabia saudita dalla fine del regime di Hosni Mubarak.

Alleato storico dell’Egitto e suo finanziatore con un flusso di 4 miliardi di dollari l’anno, Riad è stata da sempre sostenitrice dell’ex rais egiziano e oggi, dopo giorni di proteste “ingiustificate”, come scrive l’agenzia di stampa saudita, davanti alla sua sede diplomatica al Cairo, ha deciso di chiuderla insieme ai consolati di Alessandria e Port Said, oltre a richiamare il suo ambasciatore in patria per consultazioni.

Un fulmine a cielo sereno che segna una escalation di tensione fra i due paesi, iniziata lo scorso 17 aprile quando le autorità dell’aeroporto di Gedda hanno fermato Ahmad el Guinzawi, avvocato e attivista egiziano, impegnato nel denunciare il trattamento dei detenuti egiziani nelle carceri saudite.

Arrivato nel reame del Golfo per compiere un pellegrinaggio con la moglie, el Guinzawi è stato fermato e successivamente accusato dai sauditi di avere tentato di entrare nel paese con una valigia piena di oltre ventimila pastiglie di un antidepressivo considerato uno stupefacente in Arabia saudita.

L’ambasciatore saudita al Cairo ha smentito che l’attivista sia stato colpito da una condanna in contumacia di un anno di detenzione e di venti frustrate per avere criticato il regime di Riad, ma secondo le autorità saudite avrebbe confessato di essere stato in possesso della sostanza proibita.

Lanciate dalla sorella dell’attivista, Sherin, le proteste davanti all’ambasciata saudita si sono moltiplicate fino ad oggi, quando la donna, anche lei avvocato, ha annunciato che vi terrà una conferenza stampa domani per rinnovare le denunce sulla detenzione del fratello.

Le autorità egiziane si sono precipitate a ricordare i rapporti fraterni e privilegiati fra i due paesi e il capo del Consiglio militare Hussein Tantawi si è messo in contatto col governo di Riad per tentare di appianare la disputa, che scoppia sullo sfondo della transizione egiziana, che sta per approdare alle elezioni presidenziali il 23 e 24 maggio.

Analisti e commentatori da tempo ritengono che i sauditi siano fra i finanziatori dei movimenti islamisti più integralisti come quello dei salafiti, che sono diventati il secondo movimento politico nel Parlamento egiziano, ma che oggi insieme ai giovani rivoluzionari manifestano davanti alla sede del Consiglio militare, dopo l’esclusione dalla corsa del loro candidato.

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