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L’unità «mucca pazza» della Confederazione sarà sciolta

Mucche sane sui pascoli svizzeri Keystone

L'encefalopatia spongiforme bovina (ESB) è stata ormai praticamente sradicata in Svizzera. A fine anno, l'organismo creato nel 2001 cesserà le sue attività nella sua forma attuale.

Un’altra unità – più piccola – si occuperà in futuro di tenere sotto controllo non solo l’ESB ma l’intera catena di produzione alimentare.

In pratica l’unità, composta attualmente da 20 persone e dotata di un budget di 3,5 milioni di franchi, assumerà nuovi compiti con un personale ridotto a 12 membri e un budget di 2 milioni di franchi, ha indicato mercoledì all’agenzia ATS Cathy Maret, portavoce dell’Ufficio federale di veterinaria (UFV), confermando un’informazione della radio svizzero-tedesca DRS.

L’unità ridimensionata si occuperà in futuro dell’intera catena di produzione, della salute e della protezione degli animali, per esempio della sicurezza alimentare e dell’igiene.

Allarme rientrato

Quest’anno sono stati registrati in Svizzera ancora due casi di ESB (encefalopatia spongiforme bovina). Nei controlli dei mangimi dal 2004 non sono più state riscontrate tracce di farine animali vietate. Nel 2003 tali tracce erano state ancora rilevate nello 0,3 per cento dei campioni esaminati.

L’allarme «mucca pazza» è dunque rientrato, anche se non si possono escludere altri casi di infezione. Il periodo di incubazione della malattia varia da un minimo di 5 a un massimo di 10-12 anni, quindi è troppo presto per affermare che la malattia appartiene ormai al passato.

La tendenza alla forte diminuzione dei casi di «mucca pazza» non riguarda in ogni caso solo la Svizzera. In Gran Bretagna per esempio, uno dei paesi più colpiti dalla malattia, con oltre 80’000 casi, nel 2004 sono stati trovati solo 151 bovini infetti.

La sorveglianza continua

Le autorità veterinarie non abbasseranno comunque la guardia. Il programma di sorveglianza del morbo non verrà abbandonato.

Tra il 2004 e il 2005 sono stati oggetto di particolare sorveglianza anche gli ovini e i caprini. Lo scopo principale di tale programma era di sapere se la malattia avesse colpito la popolazione indigena di piccoli ruminanti. Sui circa 35’000 caprini e ovini adulti analizzati non era stato tuttavia rilevato alcun caso di ESB.

Negli anni Novanta, la Svizzera ha reagito rapidamente all’insorgere della ESB. Le sue misure sono state indicate a modello ad altri paesi dalla stessa FAO, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura.

In Svizzera è attivo anche il leader mondiale nella produzione di test di depistaggio rapido della ESB, la Prionics, che ha sede a Zurigo.

swissinfo e agenzie

Il primo caso di ESB in Svizzera è stato diagnosticato nel novembre del 1990.
Il 1995 è stato l’anno con il maggior numero di casi: 68.
Nel 2005 i casi sono stati tre, mentre dall’inizio di quest’anno due.
In altri paesi, la malattia è ancora ben radicata: nel 2005 sono stati diagnosticati 203 casi in Gran Bretagna, 98 in Spagna e 69 in Irlanda.

Subito dopo la scoperta del primo caso di ESB in Svizzera, le autorità federali hanno preso una serie di misure per evitare il diffondersi della malattia. In particolare è stato vietato l’uso nella catena alimentare di parti a rischio, come cervello e midollo spinale, e sono state messe al bando le farine animali per nutrire i ruminanti.

Negli anni successivi sono stati poi presi numerosi altri provvedimenti, come ad esempio l’estensione del divieto delle farine animali per tutti gli animali da reddito e la creazione dell’unità ESB.

Una nuova forma della malattia di Creutzfeld-Jakob – la variante umana dell’encefalopatia spongiforme bovina – è apparsa nel 1996. Si suppone che sia causata dal consumo di carne bovina contaminata.

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