Francia: la mappa del voto, gli operai con Le Pen

(Keystone-ATS) Solo due roccaforti a Marine Le Pen nel nord disagiato colpito dalla crisi industriale, oltre il 90% con Macron nella Parigi ricca e globalizzata, e un record di astensioni e schede bianche.
All’indomani del voto, la Francia tira le somme di un’elezione senza precedenti. I primi studi a seconda dell’età, del reddito, della professione fotografano profonde disparità.
Al primo turno, Jean-Luc Mélenchon (la France Insoumise) riuscì a strappare tanti giovani a Marine Le Pen. Ieri – rivela uno studio Ipsos/Steria – il 66% di essi (18-24 anni) ha scelto Macron.
I migliori risultati di En Marche! si registrano però tra i senior: il 70% degli elettori tra i 60 e 69 anni ha optato per il candidato europeista, un dato che schizza al 78% per gli over 70. Le Pen viene battuta in tutte le classi di età, anche se seduce il 40% dei connazionali tra 25 e 34 anni e il 43% tra 35 e 49 anni.
L’astensione record, al 25,3% (mai cosi alta dal 1969), esplode tra i giovani al 34%. Record storico assoluto per le schede bianche, al 12%.
Come al primo turno, la candidata si è imposta tra gli operai: 56% di loro l’ha preferita a Macron (44%). Al contrario, lui incassa la fiducia di manager e dirigenti (82%), ma anche di pensionati (74%), professioni intermedie (67%) e impiegati (54%). Che lavorino nel pubblico o nel privato, il 62% dei dipendenti intervistati dice di aver scelto Macron.
Scarto meno importante tra i disoccupati, il 53% ha scelto En Marche!, il 47% il Fn. Tra l’altro, i senza lavoro sono la prima categoria per astenuti (35%).
Il 75% di chi guadagna oltre 3.000 euro al mese ha scelto lui, la percentuale scende al 59% sotto ai 2.000 euro e al 55% sotto i 1.250 euro. Il 69% di chi invece sconta “grandi difficoltà economiche” ha scelto Le Pen.
Al primo turno Macron conquistava le città le città e Le Pen le campagne, ma la tendenza non si è confermata ieri. Gli elettori della Francia profonda (57%) e dei comuni di meno di 20.000 abitanti (65%) hanno scelto in maggioranza En Marche!, come anche le grandi città (62%). A Parigi, il paladino dell’Europa vola oltre il 90%.
Sul piano nazionale Le Pen (33,94%) resta ampiamente sotto alla soglia simbolica del 40%. E tuttavia è un risultato comunque storico, con quasi 11 milioni di consensi, il doppio rispetto al padre Jean-Marie nel ballottaggio contro Jacques Chirac del 2002 (5,5 mln).
Per lei è andata benissimo nel nord: le uniche due roccaforti sono l’Aisne e il Nord-Pas-de-Calais, in cui raccoglie rispettivamente il 52,91% e il 52,05%. Percentuale bulgara nel feudo incrollabile di Hénin-Beaumont (61,56%). Ma anche in Costa Azzurra, come a Fréjus (50,71%).
Quanto a Macron, fatta eccezione per i due unici bastioni lepenisti, strappa dappertutto la maggioranza e trionfa, oltre che nelle città, in tutta la dorsale atlantica: Bretagna, Vandea, Pirenei-Atlantici. Risultati superiori al 70% anche in dipartimenti del centro come Corrèze, feudo storico di Hollande, o il Puy-de-Dôme, altra terra di tradizione socialista.