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Ginevra: sempre più persone in povertà, anche da classe media

(Keystone-ATS) Sempre più abitanti di Ginevra stanno finendo in povertà, compresi quelli della classe media.

Nel 2023 la fondazione Partage, che raccoglie quotidianamente il cibo invenduto e lo ridistribuisce alle associazioni e servizi sociali, ha messo a disposizione l’equivalente di 3,9 milioni di pasti, a fronte dei 3,5 milioni dell’anno precedente.

Alla fine del 2023 oltre 15’300 persone ricevevano aiuti alimentari, un numero molto vicino al record assoluto di 15’800 raggiunto nel giugno del 2020 in pieno periodo di pandemia, riferisce oggi La Tribune de Genève (TdG) sulla base del rapporto annuale di Partage. L’organizzazione parla di “impoverimento sempre più forte della classe media, con famiglie che si trovano sempre più in situazioni di precarietà”.

Il profilo di coloro che finiscono nell’insicurezza alimentare è eclettico: vi sono famiglie numerose e genitori single, lavoratori autonomi, pensionati, studenti, immigrati. “Avere un impiego e un posto dove vivere non è più sufficiente a garantire un tenore di vita decente e ci sono sempre più cosiddetti working poor” (persone che non raggiungono il reddito minimo per il sostentamento nonostante abbiano un lavoro), sottolinea Partage. Di fronte a spese incomprimibili come l’affitto o la cassa malati, per chi ha un bilancio ristretto il cibo è diventato una variabile su cui si può risparmiare.

Per comprendere meglio l’entità dei bisogni e affinare la conoscenza dei beneficiari dell’aiuto alimentare a Ginevra, il cantone ha commissionato uno studio sul tema che di recente è stato pubblicato. Gli autori avanzano una serie di possibili spiegazioni per l’aumento della povertà: la tendenza all’aumento della disoccupazione di lunga durata, la crescita del numero di famiglie monoparentali – un incremento di oltre il 50% dal 1990 – l’inadeguatezza delle prestazioni sociali e il reddito che non è sufficiente a causa dei bassi salari o dei volumi di lavoro troppo contenuti.

La ricerca ha anche messo in luce come le donne siano più colpite dalla povertà rispetto agli uomini, un divario che viene spiegato con gli stipendi più bassi, il lavoro a tempo parziale, il maggiore rischio di perdita di reddito in caso di divorzio e le interruzioni di carriera che comportano pensioni più magre.

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