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Gli Swiss Indoors di Basilea, fra tradizione e mutazione

Stanislas Wawrinka Keystone

Di recente designato come uno dei venti appuntamenti più importanti del futuro nuovo circuito ATP, il torneo di Basilea è già in trasformazione. Nuovi statuti, nuove ambizioni.

Quest’anno, le due innovazioni principali concernono il rivestimento (GreenSet) del suolo dell’arena St-Jakob e l’istituzione di un sistema di controllo computerizzato (Hawk Eye). Una novità in Svizzera.

La notte è scesa molto presto su Basilea in questo mercoledì d’ottobre. La tramontana soffia con impeto sui passanti che passeggiano sulle rive del Reno. Sul campo centrale della sala St. Jakob, Stanislas Wawrinka lancia vere e proprie sberle con la sua racchetta verso l’avversario David Nalbandian, che regolarmente si lascia sorprendere dal destro micidiale dell’elvetico.

L’argentino ha già vinto una volta gli Swiss Indoors, nel 2002. Domenica scorsa è riuscito ad avere la meglio contro il numero uno mondiale Roger Federer alla finale del torneo di Madrid. Ma nella città sul Reno non riesce a dare il meglio di sé e vive momenti di grande difficoltà (perderà 7-6,6-2), per la gioia del pubblico bardato di rosso giunto a frotte per sostenere il tennista elvetico.

Come al solito, il torneo si svolge a casse chiuse. Fra i suoi partecipanti annovera un bel gruppo di campioni della racchetta.

Nella top 20

In tribuna, il fondatore e direttore del torneo renano, Roger Brennwald, si gode il momento. Accanto a lui siede il nuovo direttore per l’Europa dell’Associazione professionale di tennis (ATP), Andy Anson.

L’inglese è giunto a Basilea per confermare, con la sua presenza, la fiducia riposta dall’organo direttivo del tennis mondiale negli Swiss Indoors.

La concorrenza è grande: solo fino a poco tempo fa Basilea rischiava di dovere rinunciare alle sue date di sempre (fine ottobre) per lasciare il posto ai tornei di Lione, San Pietroburgo, Parigi, Stoccolma o Mosca. Ma gli organizzatori basilesi sono riusciti a trovare gli argomenti giusti per rimanere in lizza fra i migliori. Una sfida che il torneo maschile di Gstaad e quello femminile di Zurigo non sembrano più essere in grado di affrontare.

«Una seconda vita»

A Basilea, Roger Brennwald può finalmente definirsi soddisfatto: gli ci sono voluti 36 anni di pazienza e di lotte continue per riuscire a guadagnarsi il riconoscimento internazionale.

“Per me questa nomina è come una seconda vita”, ammette. “Ma al contempo implica per il futuro un enorme lavoro per riuscire a mantenere la fiducia in noi riposta. E l’obbligo di trovare nuove soluzioni per dimostrarci ancora migliori di quanto non lo siamo già”.

Il patron degli Swiss Indoors ritiene che i grandi cambiamenti siano inevitabili e approfitta dell’occasione per lanciare un appello ai politici: “Spendere 3 milioni di franchi su un budget totale di 15 milioni solo per adattare la vecchia sala St. Jakob al torneo non sarà più possibile in futuro”, afferma.

Un’organizzazione ben rodata

Il patron del torneo ha di che rallegrarsi: oltre al nuovo statuto acquisito dal torneo, può contare su una equipe di collaboratori fidati e particolarmente efficaci.

È il caso ad esempio di Olivier Hosner, responsabile da una dozzina di anni di quasi 200 persone, fra giudici di linea, arbitri, raccattapalle e membro del comitato d’organizzazione da ormai un quarto di secolo.

“L’organizzazione è molto professionale perché la posta in gioco è enorme. Ogni posizione è occupata dalla persona più competente che abbiamo a disposizione. Ciò ci permette di prendere delle decisioni celermente senza dovere moltiplicare le riunioni”.

Una constatazione condivisa anche dall’ex numero uno mondiale Guillermo Vilas, vincitore a Basilea nel 1978 contro John McEnroe e padrino di questa 38esima edizione.

“Gli Swiss Indoors sono un evento al quale vogliono partecipare tutti”, sostiene. “Non solo per l’eccellente qualità di gioco, ma anche perché gli spettatori possono usufruire di prestazioni di alto livello anche a margine delle partite. Inoltre, Basilea trae beneficio dalla popolarità di Roger Federer. Un ragazzo geniale che ha saputo mettere un pizzico di pepe nella quotidianità elvetica, veicolando un’immagine positiva della Svizzera nel mondo”.

Il beniamino di casa ha vinto per la prima volta gli Swiss Indoors lo scorso anno e ci tiene in modo particolare a difendere il suo titolo. Ma nel cuore dei basilesi non vi è unicamente Federer. Anche Wawrinka è riuscito a conquistare il pubblico elvetico, concludendo la partita contro Nalbandian in due soli set.

swissinfo, Mathias Froidevaux, Basilea
traduzione e adattamento, Anna Passera

Il percorso di Stanislas Wawrinka agli Swiss Indoors di Basilea è terminato agli ottavi di finale: il vodese è stato infatti sconfitto dal ceco Tomas Berdych (ATP/13) per 6-4 6-4.

Gli Swiss Indoors sono attualmente il terzo torneo indoor in ordine d’importanza del circuito. Dal 2009 entrerà a fare parte dei venti eventi principali dell’ATP.

Quest’anno si svolge dal 20 al 28 ottobre. Le partite si giocano tutte a casse chiuse. Il budget della manifestazione si aggira attorno ai 15 milioni di franchi. I montepremi (“prize money”) è di 1,5 milioni di franchi.

All’organizzazione del torneo lavorano circa 1000 persone, seguito dai media di oltre 70 paesi. Sull’arco dell’intero torneo sono attesi oltre 70’000 spettatori.

Finora tre tennisti svizzeri sono riusciti a vincere gli Swiss Indoors: Michel Burgener nel 1972, Jakob Hlasek nel 1991 e Roger Federer lo scorso anno.

Come il ginevrino Marc Rosset due anni fa, il bernese Michel Kratochvil ha annunciato di volere appendere definitivamente la racchetta al chiodo al termine degli Swiss Indoors.

Quasi otto mesi dopo avere annunciato il suo ritorno alla competizione, il tennista bernese è infatti nuovamente rimasto vittima di un grave infortunio al ginocchio destro la scorsa settimana durante il Challenger di Andrézieux. In novembre dovrà sottoporsi ad un complicato intervento chirurgico.

Dopo essere riuscito a raggiungere il 35° posto della classifica mondiale dei migliori tennisti nel 2002, ha mancato per un soffio l’occasione di avere una grande carriera. Il suo rimpianto principale rimane la sconfitta negli ottavi di finale di Wimbledon (sempre nel 2002) contro Tim Henmann. In quella occasione era giunto vicino alla vittoria, che gli avrebbe permesso di divenire il primo svizzero ad aggiudicarsi il prezioso torneo del Grande Slam.

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