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Iniziativa armi: promotori vogliono salvare vite umane

(Keystone-ATS) BERNA – L’obiettivo dell’iniziativa denominata “per la protezione dalla violenza perpetrata con le armi” è uno solo: salvare vite umane, almeno cento all’anno. È quanto ha indicato oggi un comitato composto di medici, sindacalisti, specialisti di diritto umanitario e rappresentanti di organizzazioni pacifiste, in vista della votazione federale del 13 febbraio.
“Non vogliamo abolire l’esercito”, ha detto oggi ai giornalisti Jacques de Haller, presidente della Federazione svizzera dei medici. “Vogliamo salvare vite umane”. Sono quindi necessarie misure preventive, quali il deposito obbligatorio del fucile d’assalto in arsenale, al di fuori dei periodi di servizio militare, e la creazione di un registro delle armi, come appunto chiede l’iniziativa.
La proposta, secondo i promotori, non ha fini politici: “Non si tratta di uno scontro tra destra e sinistra”, ha spiegato Jean-Pierre Monti, presidente del sindacato della Polizia giudiziaria federale. In Svizzera sono in circolazione 2,3 milioni di armi, che rappresentano un potenziale pericolo. “In un paese come il nostro, dove ogni mucca e ogni cane ha un suo numero di matricola”, è assolutamente incomprensibile che non vi sia un registro di “arnesi che possono ferire e uccidere persone”. “Se vi fosse un registro centrale delle armi, il lavoro degli agenti di polizia risulterebbe sicuramente agevolato”.
Jacques de Haller ha sostenuto che nel voto del 13 febbraio vanno poste in primo piano considerazioni di ordine medico. “Se riduciamo l’accessibilità alle armi, potremo salvare cento vite umane all’anno”. La misura vale in modo particolare per le persone esposte al rischio di suicidio. Dalle statistiche risulta che dal 1995 al 2006 oltre 3’400 persone si sono tolte la vita con armi da fuoco, ha detto il presidente dei medici svizzeri.
Liselotte Fueter, rappresentante della sezione femminile del partito evangelico, ha affermato di aspettarsi un forte sostegno all’iniziativa da parte delle donne. Sono infatti proprio le donne che costituiscono la stragrande maggioranza delle vittime della violenza domestica, anche quella perpetrata con le armi.
L’iniziativa è sostenuta da una vasta coalizione comprendente il Partito socialista, i Verdi e gli Ecoliberali, che oggi però non hanno preso la parola, preannunciando un loro intervento per il prossimo gennaio.

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