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Iniziativa UDC è estrema e pericolosa, dice Peter Spuhler

Peter Spuhler, imprenditore ed ex consigliere nazionale UDC, contrario all'iniziativa UDC della limitazione KEYSTONE/GIAN EHRENZELLER sda-ats

(Keystone-ATS) L’iniziativa popolare dell’UDC “per un’immigrazione moderata” è estrema e pericolosa: ne è convinto l’imprenditore ed ex consigliere nazionale democentrista Peter Spuhler, che critica però anche la crescita incontrollata della popolazione e l’accordo quadro con l’Ue.

“Bisogna prendere sul serio i timori delle persone sfavorite dalla globalizzazione”, osserva il presidente del consiglio di amministrazione di Stadler Rail, costruttore ferroviario con 10’900 impieghi di cui 3900 in Svizzera. “Non è sostenibile vedere la popolazione elvetica crescere ogni anno dell’1%, pari a 80’000 persone. Dobbiamo trovare una soluzione”.

Spuhler dice però di non capire perché l’UDC punti sulla cosiddetta iniziativa per la limitazione. “Quale imprenditore mi devo opporre e lo farò”, promette. La proposta di modifica costituzionale “è un attacco frontale non solo alla libera circolazione, ma all’insieme degli accordi bilaterali” con l’Ue. Per questa ragione l’iniziativa è a suo avviso “estrema” e “pericolosa per la piazza economica elvetica”.

Per il 61enne è incomprensibile voler attaccare i bilaterali: questi esistono proprio per evitare un’adesione all’Ue. “L’obiettivo prioritario deve essere quello di rimanere indipendenti”, sottolinea.

L’ex consigliere nazionale spera quindi che il popolo dica chiaramente no il 17 il maggio. Per risolvere il problema dell’immigrazione eccessiva, Spuhler torna invece alla proposta che aveva fatto al suo partito, quando era stato avvicinato prima del lancio dell’iniziativa: in base a determinati parametri – per esempio una progressione la disoccupazione o una crescita economica negativa – la Svizzera dovrebbe poter decidere contingenti in modo unilaterale. “Sono ben cosciente che l’Ue si metterebbe a ululare”, osserva l’ex politico di cui si era parlato come potenziale candidato al Consiglio federale. “Ma noi svizzeri dobbiamo diventare un po’ più sfrontati”.

Inaccettabile, agli occhi di Spuhler, è l’accordo quadro. Serve effettivamente un meccanismo per affrontare i cambiamenti legali dell’Ue, ma “non esiste”, afferma, che questi mutamenti vengano recepiti in modo automatico. “Dobbiamo poter dire sempre sì o no”. I punti critici del testo concordato con Bruxelles non sono quindi solo la protezione dei salari, gli aiuti statali e la direttiva sulla cittadinanza europea che amplia l’accesso alle prestazioni sociali: c’è appunto anche quello dell’applicazione delle norme giuridiche.

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