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Italia: concluso processo Eternit, sentenza dal 13 febbraio

(Keystone-ATS) Con gli ultimi interventi delle difese si è concluso oggi a Torino il maxi-processo Eternit, relativo alle migliaia di casi di malattia e di morte provocati – secondo l’accusa – dall’amianto lavorato in quattro sedi italiane della multinazionale dell’amianto.

Il presidente del tribunale, Giuseppe Casalbore, ha aggiornato la causa al 13 febbraio: a partire da quella data, in cui verranno esaurite tutte le incombenze di procedura, la sentenza potrà essere pronunciata.

I pubblici ministeri Raffaele Guariniello, Gianfranco Colace e Sara Panelli hanno chiesto di condannare a vent’anni di carcere i due imputati, il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis De Cartier, accusati di disastro doloso.

“Il processo – è la replica di Guido Carlo Alleva, uno dei difensori del magnate elvetico – non ha dimostrato l’esistenza di responsabilità di carattere penale per il mio assistito. Lui, all’epoca della sua gestione, tentò di garantire controlli rigorosi dal punto di vista della sicurezza dell’ambiente e dei luoghi di lavoro. In materia di amianto sono le autorità pubbliche ad avere accumulato ritardi immensi: a cominciare dal legislatore”.

Cesare Zaccone, difensore di De Cartier, afferma che il belga “non si occupò mai in prima persona degli stabilimenti della Eternit italiana”. “In due anni – ha aggiunto – è stato in Italia otto volte, ma solo per partecipare ai consigli di amministrazione. A suo carico non ci sono elementi. Io sono fiducioso”.

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