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La quinta Svizzera, una forza politica

«I problemi che dobbiamo affrontare riguardano anche voi» Keystone

Il presidente della Confederazione Pascal Couchepin invita gli svizzeri all’estero a prendere parte attivamente ai cambiamenti sociali che attendono il paese.

Lo fa in occasione del suo tradizionale discorso del primo d’agosto, rivolto ai 600’000 connazionali espatriati.

Primo d’agosto, festa nazionale, festa dell’unità: e come poteva Pascal Couchepin – che veste quest’anno i panni di presidente della Confederazione – rivolgersi agli Svizzeri all’estero senza richiamare in causa quel passato comune, quel fare tutti riferimento ad un’unica patria, alle stesse radici?

«Il vostro attaccamento alla Svizzera è solido – sottolinea Couchepin nel suo discorso – anche perché nel mondo aperto e globale nel quale viviamo, il bisogno di ritrovare le proprie radici è un sentimento forte».

Verso il futuro con la quinta Svizzera

La ricerca e la cura delle proprie radici non significa però affrontare il mondo in rivoluzione con i mezzi del passato. Secondo il presidente della Confederazione, rifugiarsi nei miti dell’epoca d’oro elvetica per rispondere alle incertezze del futuro equivale ad imboccare un vicolo cieco.

La Svizzera ha bisogno di trasformarsi e gli svizzeri all’estero possono aiutarla a farlo. Con le loro esperienze a livello internazionale, sono in grado meglio di chiunque altro di giudicare se il Paese ha le carte in regola «per affrontare senza timore i cambiamenti».

Cambiamenti che riguardano soprattutto la riforma del sistema sociale. «Il mio auspicio è che si possa discutere dei problemi senza tabù e senza impulsività». Couchepin invita poi la quinta Svizzera a partecipare al dibattito. «I problemi che dobbiamo affrontare riguardano anche voi».

Il peso politico degli svizzeri dell’estero non è certo trascurabile e Couchepin lo sa bene. «Insieme i 600’000 svizzeri all’estero costituirebbero dietro a Zurigo, Berna e Vaud il quarto cantone più popoloso». Per il momento però a figurare sugli elenchi elettorali sono poco più di 82’000 persone. Una cifra che, paragonata ai 14’000 iscritti nel 1991, dimostra tuttavia il successo del voto per corrispondenza.

Lodi al paese, ma forse manca l’autocritica

La festa nazionale è il momento della pacificazione con il proprio paese e forse è giusto che sia così. Forse è bene cercare di pensare in positivo e vedere il lato buono della Svizzera. Couchepin però si lascia andare a delle affermazioni che suonano banali, quando non addirittura contraddittorie.

«In Svizzera il sistema sociale è solido e generoso», afferma in un passaggio del suo discorso, salvo poi affermare altrove che questo stesso sistema sociale necessita urgentemente delle riforme se si vuole preservare la prosperità del paese. Un’allusione velata al tentativo di riforma dell’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS)?

Viene rispolverato anche il vecchio mito della scuola: «L’insegnamento impartito nelle nostre scuole e università è eccellente». E dove mettiamo lo schiaffo morale dello studio PISA secondo il quale al termine della scuola dell’obbligo i ragazzi svizzeri hanno notevoli difficoltà a leggere ed interpretare un testo? O un altro studio internazionale che vede i quindicenni elvetici navigare nelle parti basse della classifica per quanto riguarda la comprensione e la conoscenza della democrazia?

Ma come detto il primo d’agosto non è il giorno ideale per l’autocritica. Ricordiamo allora con Couchepin una Svizzera che a livello economico è tra i primi dieci investitori mondiali, una Svizzera che grazie all’adesione all’ONU ha rafforzato la sua posizione politica sul piano internazionale, una Svizzera che «sa perfino sorprendere laddove nessuno se lo aspetta». Un esempio su tutti? «La formidabile avventura del team Alinghi che ha vinto la Coppa America sbaragliando la concorrenza di numerose nazioni marittime».

swissinfo, Doris Lucini

La festa nazionale del primo d’agosto si festeggia dal 1891
È giorno festivo dal 1994
La tradizione vuole che il primo d’agosto 1291, i rappresentanti di Uri, Svitto e Untervaldo stringessero un’alleanza per cacciare gli austriaci.
In realtà il documento del 1291 mirava più che altro a stabilire delle norme giuridiche.
La Svizzera moderna è nata con la Costituzione federale del 1848.

Nel suo tradizionale discorso del primo d’agosto agli svizzeri dell’estero, Pascal Couchepin ha invitato i rappresentanti della quinta Svizzera a partecipare attivamente alla vita del paese.

Gli svizzeri che vivono all’estero sono circa 600’000 e rappresentano un potenziale politico, tutt’altro che irrilevante.

Da quando è possibile votare per corrispondenza, vale a dire dal 1991, il numero di svizzeri residenti all’estero ed iscritti ai registri elettorali è passato da 14’000 a oltre 82’000.

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