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Legge Polonia, “Auschwitz non è polacco”. Ira Israele

Benjamin Netanyahu. KEYSTONE/EPA AP POOL/TSAFRIR ABAYOV / POOL sda-ats

(Keystone-ATS) Israele si schiera contro la legge che il parlamento di Varsavia si appresta a varare sulla Shoah in Polonia. La legge che secondo i media israeliani “proibisce ogni menzione di partecipazione della ‘nazione polacca’ in crimini commessi durante la Shoah”.

Legge, già approvata dalla Camera bassa polacca, che prevede anche il carcere per chi definisce “polacchi” i lager come Auschwitz, sorti nel territorio occupato dai nazisti durante la seconda Guerra mondiale dopo l’invasione della Polonia del 1939.

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Ad attaccare la nuova norma – in preparazione da tempo – è stato lo stesso premier Benyamin Netanyahu. “La legge – ha tuonato – è senza senso. Mi oppongo con fermezza: la storia non può essere cambiata ed è proibito negare la Shoah”. Netanyahu ha anche annunciato di aver chiesto all’ambasciata israeliana a Varsavia di “incontrare il primo ministro polacco a cui esprimere la ferma opposizione”.

Durante la Shoah, nei lager nazisti del territorio occupato, fu ucciso, secondo i dati, circa il 90% di 3 milioni di ebrei polacchi dell’epoca. Anche il ministero degli esteri a Gerusalemme ha preso posizione: Israele – ha detto il portavoce del dicastero, Emmanuel Nahshon – si “oppone alla legge” e chiede che il governo polacco “la corregga”. “Nessuna legge – ha aggiunto – può cambiare la verità storica e non c’è spazio per istruire le famiglie dei sopravvissuti all’Olocausto che ogni giorno vivono la memoria dei loro cari periti in quell’inferno”.

L’irritazione israeliana contro la legge polacca è stata espressa dall’intera leadership dello Stato Ebraico: anche il presidente Reuven Rivlin, all’uscita del riposo sabbatico, ha fatto sentire la sua voce: “Non si può falsificare la storia, non si può riscriverla…Anche nel popolo polacco ci sono stati quelli che hanno aiutato i nazisti nei loro crimini”. Ma ha anche ricordato che “ci sono stati altri tra loro che combatterono e che sono stati riconosciuti come Giusti tra le Nazioni”.

In un duro scambio su Twitter con l’ambasciata polacca che contestava che il proposito della legge fosse quello di “lavare” il passato quanto piuttosto di “proteggere la verità dalle calunnie”, il leader centrista Yair Lapid ha replicato: “sono figlio di un sopravvissuto alla Shoah. Mia nonna è stata uccisa in Polonia da tedeschi e da polacchi. Non accetto educazione alla Shoah da voi”.

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