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Morte Godard: F. Maire (Cineteca svizzera), “Godard, era Il Cinema”

Per Frédéric Maire, direttore della Cineteca svizzera e già direttore artistico del Locarno Film Festival dal 2005 al 2009, Jean-Luc Godard era Il Cinema. (immagine d'archivio) KEYSTONE/LAURENT GILLIERON sda-ats

(Keystone-ATS) Per il direttore della Cineteca svizzera di Losanna, Frédéric Maire, “Godard era il Cinema con la C maiuscola”. “Ciò che affascina nella sua opera è che non ha mai smesso di sperimentare”, ha dichiarato oggi a Keystone-ATS.

“Sperimentava sempre con nuovi linguaggi, nuovi modi di raccontare. E con nuove riflessioni, perché il suo cinema non era vuoto, ma in diretto contatto con i tempi moderni”, aggiunge il direttore della Cineteca svizzera.

Un contatto diretto che si rifletteva nella sceneggiatura, nella sua maniera di pensare. “Quello che trovo affascinante, è che ancora poco tempo fa, stava lavorando al contempo sul cinema digitale con una voglia di tornare al cinema analogico”.

Fra i primi a cimentarsi con il video, non ha esitato a adottare anche il 3D. “Storicamente, è sempre stato all’avanguardia nella tecnologia, ma ovviamente al servizio di un discorso molto profondo e di una riflessione sullo stato del mondo, in modo permanente”.

“Addio al linguaggio”, il suo ultimo film

Il suo ultimo film “Addio al linguaggio” (“Adieu au langage”, 2014), 47esimo lungometraggio girato in 3D, ha ricevuto una Palma d’oro speciale a Cannes, che non è andato a ritirare. “Nonostante la sua età, è stata una dimostrazione che era ancora completamente al passo con i tempi. È un film che riflette sullo stato del mondo, sulla guerra, e dà un po’ di speranza attraverso l’infanzia”.

Una delle ultime apparizioni di Jean-Luc Godard si è tenuta nell’aprile 2020 durante una discussione con il regista Lionel Baier, allora responsabile della sezione Cinema alla Scuola cantonale d’arte di Losanna (ECAL). Il loro scambio era stato trasmesso in diretta su Instagram in un’intervista di più di un’ora e mezza seguita da migliaia di persone.

Godard si era presentato per l’ultima volta in carne e ossa un anno prima alla Cineteca svizzera nel casinò di Monbenon per ritirare il premio della Federazione Internazionale degli Archivi Cinematografici (FIAF) per il suo contributo al cinema. “Non l’abbiamo detto a molti giornalisti”, afferma Maire con un sorriso.

E aggiunge: “Jean-Luc Godard è una figura importante del cinema svizzero. Quando è tornato in Svizzera alla fine degli anni ’70, ha sempre lavorato molto con produttori e tecnici del posto. Era saldamente ancorato nel nostro cinema, ma la sua influenza va ben oltre e appartiene al pianeta cinema di tutti i Paesi”.

Molto vicino a Buache

Il cineasta franco-svizzero era molto vicino al fondatore della Cineteca svizzera, Freddy Buache (1924-2019). All’arrivo di Frédéric Maire, è rimasto molto vicino all’istituzione: “è venuto a fare delle prove di proiezione da noi”. Maire ha anche avuto “l’onore” di vedere il suo ultimo film a casa del regista a Rolle (VD).

Non si dovrebbero trovare pezzi incompiuti nella sua dimora di Rolle: “amava lavorare con materiale d’archivio, ma una volta che il film era finito, passava al seguente. Rimane forse qualche lavoro recente da terminare. Ma non penso che ci saranno grandi sorprese”.

Maire si occuperà inoltre di una retrospettiva di Godard. “È vero che organizzare una tale operazione, se si desidera includere tutto, compresi i video, i cortometraggi, i saggi, ecc., è un lavoro piuttosto titanico, ma lo faremo”.

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