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Mugabe resiste, ma arriva l’impeachment

Robert Mugabe resiste, ma la morsa del colpo di stato militare soft e al rallentatore che lo sta abbattendo da oltre una settimana punta ora a farlo uscire di scena in Zimbabwe con la procedura dell'impeachment parlamentare. KEYSTONE/EPA ZIMBABWEAN GOVERNMENT/THE HERALD HANDOUT sda-ats

(Keystone-ATS) Robert Mugabe resiste, ma la morsa del colpo di stato militare soft e al rallentatore che lo sta abbattendo da oltre una settimana punta ora a farlo uscire di scena in Zimbabwe con la procedura dell’impeachment parlamentare.

Il 93enne capo di Stato, il più anziano in carica al mondo, ha lasciato passare senza annunci un ultimatum che gli era stato dato domenica dal suo stesso partito di governo, la Zanu-Pf: dimettersi entro mezzogiorno di lunedì o affrontare la messa in stato di accusa, l’impeachment.

L’accusa è che Mugabe ormai è divenuto “fonte instabilità”, ha violato lo stato di diritto, ha conferito illegittimamente poteri di governo a sua moglie Grace ed è causa di un declino economico del Paese senza precedenti negli ultimi 15 anni.

Le procedure parlamentari di impeachment dovrebbero durare solo due giorni a cominciare da domani. Questo almeno è quanto prevede Paul Mangwana, vicesegretario per gli affari legali della Zanu-Pf.

Il dittatore, oltre a ignorare l’ultimatum, ha addirittura rilanciato convocando una surreale seduta di governo per le prossime ore (alle 9 di mattina) alla quale secondo la sua segreteria “dovrebbero partecipare” tutti i ministri.

I militari hanno sostenuto che Mugabe lavora a una “soluzione definitiva” della crisi e hanno annunciato che Emmerson Mnangagwa, il vicepresidente silurato il mese scorso e indicato come sicuro successore, tornerà “a breve” nel Paese.

Fonti citate dalla Cnn hanno sostenuto che Mugabe ha pronta un lettera di dimissioni dato che avrebbe ottenuto dai militari garanzie di immunità per sé e la moglie, oltre che per diversi suoi beni.

La Zanu-Pf, per l’impeachment deciso all’unanimità, ha bisogno di due terzi dei voti in parlamento e – considerati arresti e fughe di suoi deputati – anche quindi dell’appoggio dell’opposizione che comunque è d’accordo in linea di principio. Per l’impeachment le regole parlamentari prevedono due sedute di entrambe le camere e anche di un comitato senatoriale: una procedura che sembra più lunga dei due giorni annunciati dal vicesegretario Mangwana.

La procedura però assume rilievo visto che i militari stanno facendo di tutto per evitare che la caduta di Mugabe assomigli troppo a un golpe o a una campana a morto per altri dittatori di Paesi africani come Uganda e Congo Rdc.

Il confinante e potente Sudafrica, a nome dell’organizzazione di 15 Stati africani dell’area (la Sadc), ha chiesto che sia rispettata la costituzione.

Ma che Mugabe sia in mano all’esercito è stato confermato anche visivamente in tv domenica sera: mentre lasciava il Paese annunciando di voler presiedere il congresso del partito convocato per dicembre, attorno a lui sedevano numerosi militari. E a girare i fogli era Constatino Chwenga, il capo delle forze armate.

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