Tell e il manifesto politico
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La Svizzera ha una lunga tradizione di manifesti politici; uno strumento importante per la diffusione delle idee in uno Stato definito dalla democrazia diretta. Con la grafica e i simboli, i manifesti cercano di toccare l’immaginario collettivo. Una funzione che i miti fondatori della Confederazione svolgono a meraviglia. La figura di Tell è stata più volte recuperata a questo scopo. È alla fine del XIX secolo che l’eroe entra nel canone del dibattito politico, contemporaneamente alla costruzione dell’identità nazionale. Due rappresentazioni hanno definito l’immagine del balestriere urano: la statua di Kissling e il quadro di Hodler. Dovunque Tell venga rappresentato, incarna gli ideali di libertà, coraggio e lotta contro l’oppressione. La sua immagine veicola una serie di significati immediatamente intelleggibili. Lo dimostra questa carrellata di manifesti… Campagna d'affissioni 2004 dell'Aiuto svizzero ai rifugiati (OSAR). (swissinfo) swissinfo.ch -
Alla fine della Prima guerra mondiale, le autorità auspicano l’adesione della Svizzera alla neonata Società delle nazioni, precorritrice dell’ONU. Questo implica l’adozione del Trattato di Versailles. La destra nazionalista si solleva contro il progetto. Ma alle urne, il popolo segue governo e il parlamento. Questo manifesto presenta un Tell guerriero e patriottico, un nazionalista di destra. L’iconografia ricalca il quadro di Hodler. L’eroe è ritratto frontalmente in posa severa e sembra apostrofare i cittadini: rifiutare l’adesione all’organizzazione internazionale è un atto patriottico. L’abito di Tell fa riferimento ai costumi tradizionali del Trecento. Non dimentichiamo che Guglielmo Tell rappresenta in primo luogo un contadino coraggioso dai valori semplici e universali. Con le Alpi e il Giuramento del Grütli, il balestriere di Altdorf è uno dei pochi simboli unificatori della Svizzera. Con pochi tratti a tinte forti e testi concisi, i manifesti catturano lo sguardo. La composizione sommaria permette una comprensione immediata del messaggio. Otto Baumgartner, Hütet euch vor dem Versailler Völkerbund, 1920.(BN) -
Nel 1922, il popolo è stato chiamato ad esprimersi sulla cosiddetta «Legge Häberlin» che voleva punire gli attentati all’ordine costituzionale e ogni tipo di azione propagandistica. Il testo reagiva in maniera repressiva allo Sciopero generale del 1918 e ai disordini sociali di Basilea e Zurigo. La sinistra lanciò con successo il referendum contro le misure previste. Tell, ancora nel modello proposto da Hodler, veicola in questo caso delle idee di sinistra. L’eroe è ritratto come combattente contro la tirannia, rappresentata dalle catene in mano alla figura con gli artigli. Normalmente questo tipo di iconografia è appannaggio della destra, ma in questo caso è il fronte opposto che vi fa ricorso. Si può cercare una spiegazione nel fatto che la sinistra non voleva convincere il suo elettorato tradizionale, ma raggiungere chi si trovava nel campo avversario. Carl Scherer, Défendez votre liberté! Loi Häberlin, Non, 1922. (BN) -
Questo manifesto per il Partito popolare operaio è una testimonianza del realismo sociale che si ritrova spesso nell’iconografia di sinistra del tempo. Il traguardo è quello di dimostrare la precarietà in cui si trovano i lavoratori. In questo caso è il Tell di Kissling ad essere riferimento per l’esecuzione grafica. La balestra è qui sostituita da badile e piccone, l’abito è da lavoro. Per garantire la sussistenza alla famiglia, l’operaio deve lavorare duramente. Sullo sfondo, un cilindro - issato su un'asta come il cappello del balivo Gessler - rappresenta il padronato borghese che sfrutta la classe operaia. Come spesso – per non dire sempre – nel manifesto politico, non c’è oggettività. Si ricorre a delle rappresentazioni caricaturali e si fa leva sulle paure e sulle attese dell’elettorato. Il testo è di presa immediata, l’immagine decifrabile all’istante. I partiti di tutti gli schieramenti fanno ricorso a delle metafore manichee destinate a manipolare i sentimenti degli elettori. Anonimo, Partei der Arbeit, 1950. (BN) -
Nel 1935, la Svizzera è in piena crisi economica. L’Unione sindacale svizzera, alleata al Partito socialista, lancia un’iniziativa per creare impiego. Il padronato, vicino alla posizione ufficiale del Consiglio federale, lancia la campagna per il no. L’iniziativa viene respinta dal popolo. Su questo manifesto, la rappresentazione di Tell non è legata ai modelli di Hodler o Kissling. Ma si fa comunque riferimento all’eroe urano; ne fanno prova la balestra e l’abito contadino. I partiti di destra fanno appello al senso patriottico dei lavoratori. Facendo ricorso all’iconografia di sinistra, sperano di convincere l’elettorato socialista e comunista. Qui Tell è l’eroe fondatore per eccellenza. Le opinioni che veicola non sono più legate all’ideologia di un partito, ma simbolizzano i valori di tutta una nazione. La croce bianca rafforza ulteriormente questo messaggio. Charles L’Eplattenier, Roter Fünfjahresplan, Nein, 1935.(BN) swissinfo.ch -
Di fronte al rafforzamento dell’estrema destra, i partiti borghesi e la sinistra si avvicinano. Nel 1937, i nemici storici si ritrovano uniti nella lotta contro un’iniziativa dell’estrema destra che intende proibire le associazioni massoniche. Il popolo segue il fronte unitario. L’illustrazione non fa riferimento a Tell. Eppure, la versione francese, contrariamente a quella tedesca, si indirizza ai «figli di Tell». Il collegamento all’eroe nazionale qui è solo testuale. L’immagine dell’eroe è dunque tanto radicata nell’immaginario collettivo che non è più necessario rappresentarla? Si può dire di sì visto che, parallelamente alla salita al potere del fascismo nei paesi limitrofi, vengono istituiti dei principi come la pace del lavoro e la difesa spirituale nazionale. Il patriottismo è all’ordine del giorno. In tutti i casi, questo manifesto ha probabilmente ispirato Hugo Laubi per la creazione della campagna di senso opposto (immagine seguente). Noël Fontanet, Contre la tyrannie maçonnique, Oui, 1937. (BN) -
Pur ricalcando la disposizione degli elementi dei promotori dell’iniziativa del Fronte, in questo caso le metafore sono state invertite. Il piede è diventato l’elemento maligno, la statua simbolizza la nazione. Il messaggio è limpido: La Svizzera e i suoi valori di libertà rischiano di essere compromessi dal referendum promosso dal Fronte. Tell illustra chiaramente i valori democratici e, andando oltre, in questo caso Tell È la Svizzera. Contrariamente ai manifesti precedenti, non ci troviamo di fronte alla classica polarizzazione fra destra e sinistra. L’eroe di Uri non è recuperato per difendere uno o l’altro schieramento politico: Guglielmo Tell è un emblema federatore. Hugo Laubi, Fronteninitiative, Nein, 1937.(BN) -
Negli anni ’50, la discussione sull’energia e le armi atomiche era già d’attualità. Questa iniziativa, lanciata dagli oppositori alle centrali nucleari, intendeva garantire al popolo il diritto di esprimersi su ogni passo verso il nucleare. I votanti hanno respinto la proposta. Sorprende il fatto che i due manifesti (questo e quello seguente), dedicati allo stesso tema, facciano appello al Tell di Kissling; nel primo caso il rapporto è diretto, nel secondo si tratta di una reinterpretazione. Si può aggiungere che negli anni ’60, si assiste ad una demistificazione di Tell che non ha più lo status di personaggio storico. Malgrado questo, continua a far parte del patrimonio comune. Il personaggio della leggenda sopravvive, come i valori che veicola. Hugo Schuhmacher, Atomschutz ja, 1979. (BN) -
Qui il buon padre di famiglia vede il figlio che si allontana perché disapprova le scelte fatte. Il manifesto suggerisce un’emancipazione della gioventù dalla generazione più anziana, simbolicamente rappresentata da Tell. I valori che questo incorpora sono retenuti ormai superati. Ma che Tell si faccia difensore di idee di destra o di sinistra, che agli occhi degli uni i valori che rappresenta siano superati, per non dire controproducenti, visto il retrogusto patriottico spesso vicino al nazionalismo, Tell – unico e multiplo – rimane comunque un formidabile vettore per la comunicazione. Iscritto nell’inconscio collettivo svizzero, Tell incarna dei valori senza tempo. I commenti ai manifesti sono di Ariane Rustichelli, conservatrice della collezione di manifesti, gabinetto delle stampe, Biblioteca nazionale svizzera (adattamento: Alexandra Richard e Daniele Papacella) (Collection d'affiches, cabinet des estampes, BN)
Questo contenuto è stato pubblicato il 26 luglio 2004 - 13:54
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