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PPD: opposizione a futuro nome, si va a tribunale arbitrale interno

Per il presidente del PPD nazionale Gerhard Pfister, ogni tappa del processo di cambiamento del nome del partito è avvenuta in modo giuridicamente ineccepibile. KEYSTONE/PETER SCHNEIDER sda-ats

(Keystone-ATS) Sabato prossimo, un’assemblea dei delegati decentralizzata in tredici sedi, il PPD dovrebbe adottare il nuovo nome “Die Mitte – Le Centre – Alleanza del Centro – Allianza dal Center”, eliminando ogni riferimento al cristianesimo nella sua denominazione.

La resistenza, finora latente, ora si fa concreta. Due membri del partito fanno appello al tribunale arbitrale interno.

La segretaria generale del PPD Gianna Luzio ha confermato a Keystone-ATS informazioni odierne della Neue Zürcher Zeitung e delle pubblicazioni di CH Media. Accanto all’appello al tribunale arbitrale da parte di due membri delle sezioni di Basilea Città e Basilea Campagna, vi è anche una richiesta di rinvio dell’assemblea da parte della sezione dell’Alto Vallese. Queste azioni sono intraprese da esponenti conservatori, che intendono mantenere il riferimento cristiano nel nome del partito.

Con la modifica della denominazione cade infatti ogni riferimento al cristianesimo, perlomeno nella versione tedesca e francese del nome: Christlichdemokratische Volkspartei (letteralmente Partito popolare cristianodemocratico) e Parti démocrate-chrétien (Partito democratico-cristiano). Il riferimento cristiano è presente anche nel nome italiano della sezione grigionese, mentre quella ticinese ha adottato da tempo la denominazione Partito popolare democratico (PPD).

Nel loro ricorso al tribunale arbitrale, i querelanti basilesi chiedono l’annullamento cautelare dell’assemblea dei delegati del 28 novembre. Sostengono che il cambiamento del nome deve avvenire tramite modifica dello statuto, cosa che richiede una maggioranza di due terzi dei circa 450 delegati.

Affermano inoltre che nel voto interno di ottobre solo il 60,6% dei membri ha votato a favore del cambiamento di denominazione. Dato che il risultato della consultazione della base è vincolante per i delegati, anche in quel caso la maggioranza avrebbe dovuto raggiungere almeno il 66,7% dei voti espressi.

Il ricorso dei membri basilesi fa anche valere il fatto che in alcuni cantoni nella consultazione di ottobre si sono espresse pure persone non membri del PPD.

Anche l’Alto Vellese non vuole mollare la C

Anche la sezione altovallesana si oppone con determinazione all’abbandono della “C” nel nome del partito. La lettera non sta per cattolico ma per cristiano, poiché il partito fa riferimento agli insegnamenti sociali cristiani, indica il consigliere agli Stati Beat Rieder.

Il presidente del PPD svizzero e consigliere nazionale di Zugo Gerhard Pfister non si fa impressionare. Queste posizioni critiche sono “legittime”, ha detto ai giornali di CH Media. Dal punto di vista giuridico, ritiene che la procedura per il cambio di nome sia solida. Prima di ogni passo del processo strategico è stata fatta chiarezza dal punto di vista legale, ha indicato.

Quella che potrebbe essere una riunione storica per il PPD si terrà in tredici siti, dove saranno presenti tra 30 e 50 delegati. Ogni sede sarà collegata via internet alle altre in modo che ogni dichiarazione degli oratori sia accessibile a tutti. Oggi non è ancora noto dove sarà istallata la direzione del partito.

I delegati del Partito borghese democratico (PBD), riuniti in assemblea virtuale sabato scorso, hanno formalmente approvato senza opposizioni la fusione con il PPD sotto la denominazione Alleanza del centro.

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