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Russia e Egitto verso accordo su uso congiunto basi e jet militari

L'aviazione militare russa potrebbe condividere lo spazio aereo e le basi militari con l'Egitto, alleato storico degli USA. KEYSTONE/AP RUSSIAN DEFENSE MINISTRY PRESS SERVICE/VADIM SAVITSKY sda-ats

(Keystone-ATS) La Russia continua a espandere la sua influenza in Medio Oriente, questa volta puntando a un “ghiotto” accordo di uso congiunto dello spazio aereo e delle basi militari con l’Egitto, alleato storico degli Stati Uniti nella regione sin dagli anni Settanta.

Il testo dell’accordo, che è stato approvato “in via preliminare” da Mosca e il Cairo, è stato pubblicato sul sito del governo russo. Ora basta arrivare alla stretta finale. Il primo ministro Dmitri Medvedev ha dunque ordinato al ministero della Difesa e al ministero degli Esteri di condurre negoziati con il governo egiziano per definire il quadro dell’intesa.

Stando a quanto è emerso sinora, l’accordo permetterà agli aerei militari di utilizzare lo spazio aereo dei due paesi (con l’eccezione degli aerei da ricognizione) nonché agli aerocargo che trasportano carichi pericolosi; avrà durata di 5 anni ed è estendibile.

Secondo la bozza, Russia ed Egitto dovranno comunicare ogni anno la lista degli aerodromi “militari e parzialmente militari” che parteciperanno al programma di utilizzo congiunto.

La notizia del “patto dei cieli” avviene all’indomani della visita del ministro della Difesa Serghei Shoigu al Cairo, dove ha avuto colloqui con il presidente al Sisi. È lecito pensare che si sia discusso proprio di questo accordo. Che, tra le altre cose, prevede il pagamento del carburante, dei ricambi, della manodopera per le riparazioni e l’alloggio degli equipaggi, ma prevede anche l’uso gratuito dei sistemi di navigazione del paese ospitante, così come la protezione dei velivoli.

Insomma, è un passo ulteriore di quella cooperazione militare siglata tra Russia ed Egitto nel 2015, preceduta da un contratto di fornitura di armi e mezzi pari a 3,5 miliardi di dollari.

Se concluso, l’accordo estenderà la presenza di Mosca in Egitto in modo preponderante, riportando l’influenza del Cremlino ai livelli del 1973, prima che il Cairo espellesse i militari sovietici e puntasse sugli USA – che da allora hanno versato nelle casse egiziane 70 miliardi di dollari in aiuti militari.

Al New York Times il portavoce del dipartimento di Stato Edgar Vasquez ha confermato di “essere al corrente” della questione e di stare “monitorando la situazione”.

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