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Schengen, molti per regole più flessibili su ripristino controlli

L'Austria è fra gli stati che vorrebbero maggiori controlli. KEYSTONE/APA/APA/ZEITUNGSFOTO.AT/LIEBL DANIEL sda-ats

(Keystone-ATS) La Francia, la Germania, l’Austria, la Danimarca e la Norvegia, intendono chiedere all’Unione europea di rendere più flessibili le regole sul ripristino dei controlli alle frontiere di Schengen in caso di minacce per la sicurezza.

È quanto affermano all’Ansa fonti diplomatiche di Parigi. La richiesta dei cinque Paesi verrà formalizzata nel consiglio affari interni di giovedì a Bruxelles.

Dinanzi alla minaccia del terrorismo, affermano le fonti, le regole attuali sono eccessivamente “rigide”. Quindi l’appello dei cinque ad estendere il “periodo massimo” consentito per sospendere Schengen, dagli attuali 6 mesi a 2 anni per i casi di “minaccia grave alla sicurezza” e da 2 anni a 4 anni per i casi “eccezionali”, com’è attualmente il caso in Francia. Parigi ha reintrodotto i controlli alle frontiere dopo gli attentati parigini del 13 novembre 2015 ma tra qualche settimana la deroga di 2 anni concessa da Bruxelles volgerà a termine. Gli altri Paesi che hanno ripristinato i controlli dal 2015 sono Austria, Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia, questa volta per questioni legate alla crisi dei migranti.

La sospensione eccezionale della libera circolazione volgerà a scadenza l’11 novembre 2017 e la Commissione europea ha già avvertito che non ci saranno nuove deroghe per motivi legati ai flussi migratori. Il documento che i cinque porteranno al Consiglio Affari Interni non evoca questa fattispecie, ma generiche minacce per la sicurezza. Nel corso di un intervento a Orléans, a fine luglio, il presidente francese Emmanuel Macron aveva auspicato che il “sistema Schengen venga modificato insieme alla Germania per permettere il ripristino di questi controlli in caso di crisi migratoria”.

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