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Scomparse 107 armi dell’esercito nel 2018

Il fucile d'assalto svizzero. KEYSTONE/CHRISTIAN BEUTLER sda-ats

(Keystone-ATS) Nel 2018, in Svizzera, sono andate perse 107 armi dell’esercito, molte di più rispetto all’anno precedente. In flessione risulta invece il numero di armi tenute dai militi al termine del servizio militare.

Nel 2017 erano spariti 85 fucili d’assalto e pistole, ha indicato oggi il Dipartimento Federale della difesa, protezione della popolazione e dello sport (DDPS) confermando un rapporto del “Blick”. Un anno prima erano andate perse 69 armi.

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Dal 2009 sono svanite complessivamente 766 armi. Lo scorso anno ne sono state ritrovate 36, di cui tre fucili d’assalto all’estero.

Secondo il portavoce dell’esercito Stefan Hofer, ci sono molte ragioni per la perdita di armi. Ad esempio, vengono rubate in furti con scasso o durante gli spostamenti oppure vanno distrutte in incendi. Ma anche durante il servizio militare può capitare che cadano in acqua e scompaiano senza lasciare traccia, ad esempio guadando fiumi. Le armi perse si contano in per mille, non in percento. L’esercito si impegna comunque perché questo non accada.

Negli ultimi anni i militi svizzeri sembrano inoltre aver perso interesse a tenere le proprie armi a casa al termine del servizio militare obbligatorio. Secondo il DDPS, nel 2017 sono 2513 le armi diventate di proprietà privata, tra cui 1523 fucili d’assalto e 990 pistole. Il 90% dei congedati non le ha invece volute.

Il declino dell’interesse è probabilmente legato anche all’inasprimento delle regole entrato in vigore nel 2010. In caso d’adozione delle direttive europee, questi requisiti potrebbero essere ancora ulteriormente rafforzati.

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