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L’immunità parlamentare di Christoph Blocher non dovrebbe essere tolta

Sembrano allontanarsi le nubi dall'immunità parlamentare di Blocher Keystone Archive

Christoph Blocher non dovrebbe essere sottoposto alla giustizia zurighese per dichiarazioni ritenute razziste. Con 14 voti contro 7, la commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale ha proposto lunedì al plenum di non togliere l'immunità parlamentare al deputato dell'UDC zurighese.

La richiesta di togliere l’immunità a Christoph Blocher è stata fatta dal ministero pubblico del distretto di Zurigo, chiamato a occuparsi di quattro denunce per violazione dell’articolo del Codice penale sulla discriminazione razziale. Le denunce erano state depositate all’indomani del discorso di Blocher sul ruolo della Svizzera nella Seconda Guerra mondiale, pronunciato il primo marzo 1997 a Zurigo-Oerlikon.

Dopo aver ascoltato l’interessato ed esaminato il suo discorso, la maggioranza della commissione è giunta alla conclusione che i fatti costitutivi della discriminazione razziale non sono chiaramente definiti. Nel suo discorso, Blocher aveva criticato il comportamento delle organizzazioni ebraiche e non degli ebrei, ha spiegato alla stampa il presidente della commissione Alexander Baumann (UDC/TG).

Altre personalità pubbliche e addirittura ebrei stessi avevano già messo in causa il ruolo di queste organizzazioni, ha affermato Baumann. Inoltre, le linee direttive sull’interpretazione dell’immunità parlamentare prevedono espressamente un diritto alla polemica. In questo caso – afferma la maggioranza della commissione – il limite non è stato superato. Sarebbe inoltre sproporzionato togliere l’immunità a un consigliere nazionale, quando i fatti incriminati non sono completamente appurabili, ha ancora affermato Baumann.

Una minoranza rosso-verde non è però d’accordo con questa teoria, e chiederà di togliere l’immunità parlamentare. Per questa minoranza la violazione del Codice penale è chiaramente stabilita, ha affermato Anita Thanei (PS/ZH). A suo modo di vedere, il discorso pronunciato da Blocher in piena crisi dei fondi in giacenza ha contribuito a trasmettere un’immagine di ebrei assetati di denaro. I politici hanno una grossa responsabilità in materia di lotta contro il razzismo, ha aggiunto Thanei.

Il presidente della commissione ha ancora fatto notare che le denunce erano state depositate tra la fine del 1999 e il settembre del 2000, ossia alcuni anni dopo il discorso. Non è la prima volta che l’immunità parlamentare di Christoph Blocher è messa in causa. Nel giugno del 1994, il Nazionale aveva deciso di non togliere l’immunità, sebbene Blocher avesse votato in Consiglio nazionale al posto della sua vicina di banco e collega di partito Lisbeth Fehr.

Christoph Blocher ha dichiarato che non gli importerebbe se il parlamento dovesse sottrargli l’immunità: “Fu un discorso importante e me ne assumo le responsabilità”, ha dichiarato lunedì all’ats.

Il deputato UDC di Zurigo non ha voluto aggiungere altri commenti. In seno al gruppo UDC, vari deputati gli hanno consigliato di chiedere l’abolizione della propria immunità, affinché “l’intera questioni torni sul tavolo”. Durante l’audizione, Christoph Blocher ha dichiarato ai membri della commissione che “potevano decidere quel che volevano”.

È comunque raro che un parlamentare sia privato dell’immunità. L’ultimo fu Jean Ziegler nel 1991, in seguito alle querele di Nessim Gaon per essere stato definito da Ziegler un “trafficante di petrolio e di cotone africano”. Il finanziere aveva vinto il processo per diffamazione e Ziegler aveva dovuto versargli 14 mila franchi.

L’ultima domanda di abolizione dell’immunità parlamentare è stata respinta nel giugno del 1999. Riguardava l’ex consigliere nazionale Rudolf Keller (DS/BL), denunciato per aver invitato a boicottare, in piena crisi sui fondi in giacenza, imprese americane ed ebraiche. Accettata a due riprese dal Nazionale, la domanda è alla fine stata affossata dal Consiglio degli Stati.

swissinfo e agenzie

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