
Svizzera e Italia unite da una firma contro la criminalità

Il procuratore Valentin Roschacher, ha firmato a Roma il memorandum volto a intensificare la cooperazione in materia penale fra Italia e Svizzera.
La firma avviene in un momento delicato. La nuova legge sulle rogatorie votata recentemente dal parlamento italiano rischia di rendere più complicato il lavoro fra le magistrature dei due paesi.
La cerimonia della firma del memorandum of understandig è avvenuta lunedì mattina negli uffici della direzione nazionale antimafia (DNA) di Roma. Presenti Pierluigi Vigna, capo della DNA, e il procuratore pubblico della Confederazione Valentin Roschacher.
Il protocollo, già approvato dalla Confederazione svizzera, dovrebbe entrare in vigore a partire dal primo gennaio prossimo. Si tratta di un documento che dovrebbe permettere di rinforzare la collaborazione fra i due paesi nel campo del riciclaggio, del contrabbando e in generale nella lotta alla criminalità organizzata.
L’incontro fra Vigna e Roschacher è durato circa tre ore. Alla fine i due magistrati non hanno voluto esprimersi sulla nuova legge appena votata dal parlamento italiano che regola le rogatorie internazionali. Per molti magistrati italiani e svizzeri, la nuova legge rischia infatti di complicare la collaborazione giudiziaria internazionale.
Martedì, Valentin Roschacher, si è recato a Bari, per incontrarsi con il procuratore della Repubblica Giuseppe Scelsi. Scelsi è titolare, fra l’altro, dell’inchiesta a carico di Gerardo Cuomo sospettato di essere a capo di un imponente traffico di sigarette fra i Balcani e l’Italia.
Il terminale del colossale contrabbando si trovava in Svizzera. Cuomo, che era stato arrestato a Zurigo nel maggio del 2000, era stato al centro dello scandalo che aveva portato all’arresto e alla condanna a Lugano del giudice Franco Verda.
E proprio mercoledì prossimo nel capoluogo pugliese inizierà il processo a Cuomo che nel frattempo è stato estradato in Italia.
Paolo Bertossa

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