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La Novartis accusata di discriminazione negli Stati Uniti

La sede della divisione farmaceutica della Novartis si trova a East Hanover, nel New Jersey novartis

Si è aperto mercoledì a New York il processo contro il gruppo farmaceutico basilese, accusato di ostacolare sistematicamente le carriere al femminile. Un caso giuridico che potrebbe segnare una svolta nella lotta per la parità sessuale negli Stati Uniti.

Provenienti dai quattro angoli dell’America, 17 donne hanno denunciato la divisione farmaceutica statunitense per discriminazione sessuale. Secondo l’accusa, la Novartis avrebbe pagato
alle sue dipendenti uno stipendio inferiore a quello dei colleghi. Inoltre, l’impresa avrebbe consigliato alle donne di non rimanere incinte per non mettere in pericolo il loro futuro professionale.

Le querelanti affermano inoltre che le discriminazioni sessuali
erano una costante e non una pratica sporadica. E ciò soprattutto
per quanto riguardava le promozioni o la formazione continua. Chiedono quindi un indennizzo di 213 milioni di franchi a nome delle altre 5600 colleghe costrette a lavorare in un ambiente ostile, vittime di mobbing e di molteplici rappresaglie.

La Novartis ha respinto le accuse al mittente, giudicandole “infondate”. La multinazionale svizzera ha “smentito qualsiasi affermazione contenuta negli atti” e “aspetta con impazienza di poter presentare la sua versione dei fatti davanti alla corte”, ha spiegato un portavoce poco prima del processo.

Maternità discriminante

Secondo l’ufficio legale Sanford Wittels & Heisler, che rappresenta le querelanti, si tratta di una delle più importanti azioni legali collettive della storia americana nel campo della parità tra uomo e donna.

Le querelanti dispongono di dati statistici e aneddoti sufficienti a sostegno delle loro tesi, sostiene l’avvocato dell’accusa. Quattordici donne e diversi manager, tra cui un ex responsabile delle risorse umane, testimonieranno nelle prossime settimane contro la Novartis.

Oltre 30 donne hanno raccontato sotto giuramento di aver subito dei trattamenti discriminanti a causa della loro gravidanza o maternità. Molte di loro hanno dovuto sopportare commenti “ostili relativi” al loro stato interessante da parte dei loro capi, indica ancora l’atto di accusa.

”Prima ci si innamora, poi ci si sposa, si chiede un tempo parziale e infine ecco arrivare un bambino” avrebbe dichiarato sprezzante un dirigente dell’azienda a un’impiegata, spiegandole perché preferiva non assumere donne giovani. Un altro avrebbe perfino incitato una collega ad abortire per non mettere in pericolo la sua carriera. Il dossier dell’accusa spiega inoltre come la Novartis, durante un corso di formazione, avrebbe cercato di convincere le donne dell’importanza di non avere figli.

Minor trasparenza

Per Yves Flückiger, professore di economia all’Università di Ginevra, gli americani si affidano più facilmente alle vie legali per combattere la discriminazione sessuale sul posto di lavoro anche perché c’è una maggiore presa di coscienza del problema.

“Rispetto agli Stati Uniti, inoltre, in Svizzera si parla meno apertamente di questioni salariali. C’è minore trasparenza anche per quanto riguarda la promozione professionale. È quindi più difficile per le donne accumulare le prove necessarie per dimostrare le loro accuse”, rileva Flückiger.

Inoltre, se una donna in Svizzera porta fino al tribunale un caso di discriminazione avrà maggiori difficoltà a trovare un altro lavoro in futuro, spiega Flückiger. “Negli Stati Uniti è diverso. Rivolgersi alla giustizia per casi simili non influenzerà la ricerca di un impiego”.

Da notare inoltre che in America l’azione legale collettiva è uno strumento molto potente a servizio della popolazione, mentre la legislazione svizzera non consente iniziative di questo tipo. Ciò nonostante, Flückiger non esclude che in futuro procedure di questo tipo possano moltiplicarsi anche nella Confederazione, dato che le donne sono sempre più consapevoli dei loro diritti.

Si può fare di più

Resta il fatto che le donne svizzere hanno molta più strada da fare per ritagliarsi uno spazio nel mondo professionale. Stando all’indice 2009 sulla disparità tra i sessi del Forum economico mondiale (WEF), gli Stati Uniti superano largamente la Confederazione nella categoria “partecipazione e opportunità economiche” delle donne. Si piazzano infatti al 17esimo rango, contro il 48esimo della Svizzera.

“Per quanto riguarda la rappresentanza femminile nelle aziende, l’America raggiunge quota 50%, il 10% in più rispetto alla Svizzera”, commenta Saadia Zahidi, responsabile del programma del WEF sulla parità. Le differenze sono ancora più marcate nei posti di responsabilità: mentre il 17% delle donne occupa un posto di quadro medio in Svizzera, e l’11% di quadro superiore, negli Stati Uniti questa percentuale sale rispettivamente al 26 e 28%. Infine, le più alte sfere del potere economico contano soltanto il 6% di donne in Svizzera, contro il 14% negli USA”.

Di fatto l’America è un passo avanti rispetto alla Svizzera nel campo dell’uguaglianza, conclude Saadia Zahidi. Un’americana ha quindi molte più chance di una svizzera di ottenere un posto in un’azienda che incoraggi la partecipazione femminile, lotti contro le disparità salariale e favorisca il lavoro a tempo parziale.

Karin Kamp, New York, swissinfo.ch
(Traduzione dall’inglese Stefania Summermatter)

È nel 2004 che la procedura per discriminazione legata al sesso contro la divisione farmaceutica della Novartis è stata introdotta negli Stati Uniti.

Nel 2007, un giudice federale dello Stato di New York ha accordato lo statuto di azione collettiva alla denuncia delle impiegate ed ex impiegate della multinazionale svizzera.

La giustizia ha poi limitato la portata dell’azione collettiva alla divisione farmaceutica della Novartis e ha respinto i tentativi dei querelanti di attaccare il gruppo.

Il caso è approdato in tribunale il 7 aprile. Il processo dovrebbe durare cinque settimane.

La class action è un’azione legale collettiva che permette a un gran numero di persone di perseguire un’azienda o un’istituzione pubblica per ottenre un’indennizzo morale o finanziario.


In Svizzera esiste soltanto la possibilità di un “processo tipo”, ossia una denuncia che gode di una decisione di principio del Tribunale federale (TF) che può in seguito fare giurisprudenza per casi analoghi.

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