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Sostituire F/A-18 potrebbe costare fino a 18 miliardi di franchi

Un F/A-18 che dovrà essere sostituito KEYSTONE/ALEXANDRA WEY sda-ats

(Keystone-ATS) Una spesa tra i 5 e i 18 miliardi per l’acquisto di nuovi aerei da combattimento e di un nuovo sistema di difesa terra-aria. è la stima di un gruppo di esperti interno e un gruppo d’accompagnamento esterno, istituiti dal Dipartimento federale della difesa (DDPS)

Gli specialisti hanno elaborato quattro opzioni per sostituire i vecchi F/A-18 e 16 raccomandazioni, tra cui quella di escludere la possibilità di referendum. Questi progetti prevedono l’acquisto da 20 a 70 aerei da combattimento per un budget tra 4 e 14 miliardi di franchi e il rinnovamento del sistema di difesa terra aria, da uno a 4 miliardi.

Senza modernizzazione, è impossibile difendere in maniera efficace e indipendente il nostro territorio, ha affermato oggi in conferenza stampa Claude Meier, presidente del gruppo di esperti interno del DDPS. L’acquisizione di un nuovo sistema terra-aria, dopo la sospensione del progetto BODLUV, deve passare prima attraverso un’analisi di mercato. La grande sfida è affrontare questi due importanti progetti nello stesso periodo, ha sottolineato Meier.

La flotta svizzera degli aerei da combattimento deve essere rinnovata a partire dalla metà degli anni 2020. Secondo la pianificazione attuale nel 2020 ci sarà la scelta del modello, due anni più tardi verrà proposto il credito d’acquisto al parlamento e dal 2025 al 2030 saranno consegnati i nuovi aerei. Nessun velivolo specifico per sostituire i vecchi F/A-18 è stato menzionato nei rapporti pubblicato oggi dai gruppi di esperti.

Per finanziare l’acquisto dei prossimi aerei da combattimento, gli esperti raccomandano di utilizzare il budget ordinario della Confederazione e dell’esercito. Questo permetterebbe di escludere il rischio di referendum, evitando quanto successo nel 2014 con i Gripen, hanno rilevato domenica diversi giornali svizzerotedeschi.

Secondo Hans Altherr, che rappresenta il gruppo d’accompagnamento, un referendum non è però escluso. Una maggioranza dei membri reputa che sia il parlamento a dover decidere e non il popolo. Ma, ha ricordato Altherr, le Camere federali potrebbero decidere di ricorrere all’approvazione popolare attraverso un referendum facoltativo.

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