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Tasso di disoccupazione al 3,3% in Svizzera, 4,5% in Ticino

(Keystone-ATS) Scende la disoccupazione in Svizzera: dal 3,5% di febbraio si è passati a marzo al 3,3%. I disoccupati iscritti agli uffici regionali di collocamento (URC) erano 142’846 (-6’413). Tendenza al ribasso anche in Ticino con una contrazione di 0,6 punti al 4,5%. Rispetto a marzo 2013 il numero di disoccupati sul piano nazionale è tuttavia aumentato del 2,8%.

Un comunicato odierno della Segreteria di stato dell’economia (SECO) indica che da un mese all’altro il numero dei giovani disoccupati (15-24 anni) è diminuito di 1’565 unità (-8,1%) a un totale di 17’854.

Le persone in cerca d’impiego registrate erano 199’911, 6’023 in meno rispetto a febbraio, ma 5’687 in più rispetto a marzo 2013. In aumento il numero dei posti vacanti annunciati presso gli URC, saliti a 14’741 (+699).

La Seco spiega anche che il lavoro ridotto – le cifre si riferiscono a gennaio 2014 – ha colpito 1’952 persone (-45,6% rispetto a dicembre 2013). Il numero delle aziende interessate è nel contempo diminuito di 98 unità (-31,4%), a un totale di 214. In calo pure il numero delle ore di lavoro perse: -28,7% a 46’724.

Sempre a gennaio, secondo dati provvisori forniti dalle casse di disoccupazione, le persone che avevano perso il diritto alle prestazioni dell’assicurazione contro la disoccupazione erano 3’742.

In Ticino i disoccupati registrati a marzo erano 7’314 (8’129 in febbraio) e nei Grigioni 1’747 (1’998), per un tasso di disoccupazione che nel cantone retico è sceso su base mensile di 0,2 punti all’1,6%.

I tassi di disoccupazione più bassi sono stati fatti segnare da Obvaldo e Nidvaldo (entrambi 1,0%), quelli più alti da Vaud (5,1%; -0,2 punti su base mensile), Neuchâtel (5,4%; -0,3 punti) e Ginevra (5,6%: invariato).

Tra i cittadini di nazionalità svizzera il tasso di disoccupazione è arretrato di 0,1 punti al 2,3% e tra i lavoratori stranieri di 0,4 punti al 6,5%.

Le cifre annunciate oggi non sono in linea con le attese: “ci aspettavamo una contrazione più forte”, ha detto Boris Zürcher, capo della Divisione del Lavoro presso la SECO.

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