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Timoshenko: Kiev contro Berlino, ritorsioni economiche

(Keystone-ATS) Il caso Timoshenko continua ad alimentare un aspro confronto diplomatico nel cuore dell’Europa: Kiev minaccia ora Berlino di ritorsioni economiche, nel caso in cui saltasse l’accordo di associazione con l’Unione europea, come paventato dal ministro degli esteri tedesco nei giorni scorsi.

Lo ha detto allo “Spiegel” online il numero due del partito del presidente ucraino Viktor Ianukovic, Leonid Koshara: “senza l’accordo – ha sostenuto – l’accesso della Germania al mercato ucraino verrebbe limitato”. “A rimetterci – ha aggiunto Koshara – sarebbero i produttori tedeschi”.

Il funzionario di partito ha messo inoltre in guardia dal tono e dagli effetti di questo scontro sul caso della ex premier: “a me sembra che per certi esponenti politici dell’occidente il caso di Iulia Timoshenko abbia un carattere molto personale”. Berlino considera evidentemente la sconfitta della rivoluzione arancione guidata dall’ex premier ucraina “una propria sconfitta”. E questo conflitto, è la conclusione, può avvelenare il clima in modo duraturo fra Germania e Ucraina.

Il governo tedesco è da mesi in prima linea nella difesa dei diritti della Timoshenko, ammalata e detenuta nel suo paese per un processo che la vede accusata di abuso di potere. La cancelliera Angela Merkel si è esposta in prima persona sollecitando le cure adeguate – anche in Germania – e annunciando un possibile boicottaggio degli Europei di calcio 2012, ospitati appunto dall’Ucraina oltre che dalla Polonia.

Intanto, secondo l’agenzia Dpa, il direttore della clinica Charité di Berlino è tornato oggi in Ucraina per visitare di nuovo la Timoshenko. Karl Max Einhäupl è stato accompagnato anche da una delegazione di diplomatici tedeschi.

Sempre oggi il partito della Timoshenko, Patria, ha chiesto alla sua leader di interrompere lo sciopero della fame, giunto al 14esimo giorno secondo la formazione politica. “Iulia – si legge sul sito internet del partito -, siamo seriamente preoccupati. La tua vita è in pericolo. Ti chiediamo di interrompere lo sciopero della fame. Noi e il popolo ucraino abbiamo bisogno di te viva”.

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